Olio extravergine, prezzi alle stelle | I test indicano i flaconi “furbi”: dove non paghi solo il marchio
Un test riapre vecchie ferite e riaccende le polemiche: undici marche declassate e il settore torna a dividersi
Ogni volta che una rivista pubblica un test comparativo sull’olio extravergine di oliva, il settore entra in fibrillazione. È accaduto anche questa volta, con l’ultimo studio condotto da Altroconsumo su trenta etichette presenti nei supermercati italiani. L’iniziativa, che mirava a offrire ai consumatori una fotografia della qualità reale degli oli in commercio, ha portato alla bocciatura di undici campioni declassati da “extravergine” a “vergine”. Un risultato che ha immediatamente acceso un acceso dibattito tra produttori e addetti ai lavori.
Le controversie sui test dell’olio non sono certo una novità. Già trent’anni fa la trasmissione Rai Mi Manda Lubrano si trovò al centro di un caso simile, culminato in alcune querele poi decadute. Da allora, la storia si ripete a intervalli regolari: ogni nuova indagine finisce per dividere il settore tra chi difende la trasparenza delle analisi e chi accusa i metodi di valutazione. Il punto dolente resta sempre lo stesso, ossia la prova sensoriale, considerata imprescindibile ma al tempo stesso soggettiva.
Nel test di Altroconsumo tutti gli oli hanno superato brillantemente le analisi chimiche, risultando conformi ai limiti di legge in termini di acidità, ossidazione e assenza di pesticidi. Tuttavia, la fase di assaggio, condotta da un panel ufficiale riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, ha evidenziato difetti di gusto o aroma in undici campioni. Secondo la normativa, anche una minima imperfezione sensoriale basta a far scendere il prodotto di categoria. Proprio su questo punto si concentrano le maggiori contestazioni da parte dei produttori.
Le aziende coinvolte non sono rimaste in silenzio. Molte hanno inviato ai redattori i risultati delle proprie analisi, eseguite da laboratori di fiducia, che avrebbero invece confermato la qualità extravergine. Per Altroconsumo, però, le verifiche sono state svolte in modo rigoroso e indipendente. “I nostri test sono stati condotti da panel ufficiali riconosciuti a livello nazionale e internazionale — ha precisato la rivista — e i risultati restano validi”. Le due versioni restano così contrapposte, alimentando un confronto che rischia di trascinarsi ancora a lungo.
Il parere dell’esperto
Sulla vicenda è intervenuto anche Alberto Grimelli, direttore del portale specializzato Teatro Naturale, che ha offerto una chiave di lettura interessante. Secondo Grimelli, non tutti i lotti di produzione sono uguali: “Un olio destinato a un’offerta promozionale come il 3×2 non può avere la stessa qualità di quello venduto a prezzo pieno”. L’esperto ha inoltre ricordato la pratica, purtroppo diffusa, dell’uso di olio deodorato, un prodotto trattato per eliminare difetti organolettici ma vietato dalla legge se destinato a essere venduto come extravergine.
Un altro elemento spesso trascurato è la conservazione. L’olio extravergine è un alimento delicato e sensibile alla luce, al calore e all’ossigeno. Anche un prodotto inizialmente perfetto può deteriorarsi in pochi mesi se stoccato o trasportato in modo scorretto. Questo fattore rende complesso stabilire con certezza se un difetto rilevato in laboratorio dipenda dal produttore o da una cattiva gestione successiva alla vendita.
Olio extravergine d’oliva – fonte pexels – Sicilianews24.it
I risultati del test
Tra gli oli che hanno ottenuto le valutazioni più alte figurano marchi noti come Monini Bios 100% Italiano Biologico, Clemente La Terra dell’Olio e Carapelli Bio, tutti premiati per qualità e purezza. Sorprendente anche la performance di Eurospin, che con il suo “Amo Essere Biologico – Podere del Conte” ha conquistato un posto tra i migliori grazie a un ottimo rapporto qualità-prezzo. A dimostrazione che la bontà non sempre coincide con il costo più alto.
Il nuovo test di Altroconsumo riporta l’attenzione su un tema cruciale: la difficoltà di garantire trasparenza e coerenza in un mercato complesso come quello dell’olio extravergine. Tra controlli severi, differenze di metodo e variabili ambientali, la verità appare sfumata. L’unica certezza è che, ancora oggi, ogni bottiglia di olio racconta una storia fatta di passione, competenza e, talvolta, inevitabili imperfezioni.
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