
Allarme Sicilia, “Il pesce che amate di più contiene vermi, arrivano dritti al cervello”: non mangiatelo se non volete finire al pronto soccorso
Pesce fresco – fonte_Canva – sicilianews24.it
Scattato l’allarme in Sicilia, il pesce che tanto si ama contiene dei vermi che possono attaccare direttamente il cervello, ecco cosa sta succedendo.
In Sicilia e in tutto il sud dell’Italia, il consumo di pesce fresco è qualcosa a cui è impossibile rinunciare. Un’abitudine che è connessa in maniera diretta con il modo di mangiare che hanno in tale zona d’Italia. Lo si mangia: alla brace, all’interno di zuppe, crudo; insomma il pesce è il vero e proprio protagonista. I nutrizionisti poi ci dicono che esso è da preferire alla carne, in quanto fonte di omega 3 e di una serie di elementi estremamente benefici per il nostro organismo.
Purtroppo, però, anche il pesce di tanto in tanto finisce per essere al centro dell’attenzione, perché nasconde alcuni pericoli per il consumatore.
Per ognuno dei prodotti che viene immesso nel mercato, ci sono una serie di controlli che potrebbero rivelare delle spiacevoli sorprese come è successo proprio in questo caso. Sembra che all’interno del pesce, uno dei più amati al sud Italia, ci sarebbero dei parassiti che non solo sarebbero in grado di danneggiare l’uomo, ma di arrivare addirittura al cervello.
Cerchiamo allora di fare chiarezza in merito e di comprendere fino a che punto siamo al rischio.
Parassiti nel pesce: un problema di salute pubblica
La contaminazione parassitaria dei prodotti ittici non è di certo un fenomeno nuovo. Negli ultimi anni in realtà, è stato un problema largamente discusso da coloro che sono esperti di sicurezza alimentare. Le larve si possono sviluppare all’interno dei molluschi, ma anche del pesce che possono essere causa di problematiche per coloro che lo consumano. I parassiti più comuni appartengono all’ordine Trypanorhyncha, ma la specie più nota e anche la più temuta è Anisakis, che può provocare reazioni allergiche, disturbi gastrointestinali e complicazioni preoccupanti.
Le norme europee italiane impongono alle imprese alimentari di ritirare dal mercato ogni singolo lotto che presenti dei parassiti visibili, inoltre è obbligatoria una bonifica con congelamento a -20 gradi per almeno 24 ore è una cottura al di sopra 60 gradi per 10 minuti. Ma ci sono casi in cui i controlli visivi non bastano e le infestazioni profonde, finiscono per passare inosservate.
Pesce spada – fonte_Canva – sicilianews24.it
Il pesce più a rischio? È tra i più amati dagli italiani
Ci sono tipologie di pesce che sono molto più esposte alla contaminazione di altri. Questa volta a finire sotto la lente di ingrandimento sarebbe stato il pesce spada, protagonista infestazioni parassitarie. Ampiamente consumato soprattutto in Sicilia o comunque nelle regioni meridionali, esso è uno degli ingredienti principali di molti piatti e numerosi studi hanno mostrato come questa specie potrebbe ospitare forme larvali di cestodi e nematodi.
Sottolineiamo come effettivamente i casi di Anisakis che raggiungono il cervello umano sono estremamente rari, in genere però l’infezione intestinale può essere molto pericolosa e richiedere un accesso immediato al pronto soccorso. Proprio per questo motivo è importante evitare il consumo di pesce spada crudo o comunque poco cotto, meglio preferire i prodotti bonificati o congelati secondo le normative vigenti.
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