“Agente, ho solo indossato scarpe da ginnastica”: 3.000 euro di multa | Da oggi guardano che calzature avete al piede
In arrivo sanzioni, cosa prevede la nuova norma nella legge di bilancio: ecco le situazioni soggette a multa
La bozza della legge di bilancio 2025 prevede l’introduzione di sanzioni per gli escursionisti e gli amanti della montagna che richiedono interventi di soccorso pubblico per propria imprudenza. L’obiettivo del Governo è scoraggiare comportamenti rischiosi e responsabilizzare chi si avventura in zone impervie senza la preparazione adeguata, evitando che la collettività sostenga costi ingiustificati per operazioni di recupero.
Secondo le anticipazioni, la norma si applicherà nei casi in cui emerga dolo o colpa grave della persona soccorsa. Si tratta di situazioni in cui l’escursionista si mette volontariamente in pericolo, ad esempio scalando pareti ghiacciate vietate o ignorando condizioni meteo avverse durante un’uscita in montagna. In queste circostanze, lo Stato potrebbe richiedere il rimborso delle spese sostenute per il recupero.
La sanzione riguarderà anche chi richiede soccorsi senza una reale emergenza. Questo include persone che, pur trovandosi in zone sicure o facilmente accessibili, chiamano i soccorsi senza tentare di orientarsi autonomamente con mappa o applicazioni GPS. L’intento è prevenire allarmi ingiustificati che sottraggono risorse e tempo al personale deputato a operazioni realmente necessarie.
L’ammontare delle spese sarà definito da un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che stabilirà il metodo di calcolo tenendo conto del numero di soccorritori impiegati, dei mezzi utilizzati, del carburante e delle attrezzature. Le spese saranno calcolate su base oraria forfettaria e aggiornate annualmente secondo gli indici ISTAT.
Esclusioni dalla norma
La nuova disciplina non si applicherà agli interventi previsti dagli artt. 489 e 490 del Codice della navigazione, che riguardano i soccorsi a navi e aeromobili in pericolo. In questi casi, il diritto internazionale impone l’obbligo di prestare assistenza senza costi a carico dei soccorsi, garantendo che la vita e la sicurezza restino prioritari rispetto a considerazioni economiche.
Al momento, la norma riguarda esclusivamente gli interventi della Guardia di Finanza, ma non è escluso che in futuro venga estesa ad altri Corpi dello Stato, come il Soccorso alpino o i Vigili del Fuoco. L’intento sarebbe quello di uniformare la disciplina dei soccorsi e rafforzare il sistema sanzionatorio su tutto il territorio nazionale, aumentando la consapevolezza dei cittadini sulle conseguenze delle proprie azioni.
Le scarpe in montagna – fonte pexels – Sicilianews24.it
Obbligo di dimostrare prudenza
Dal 2026, chi chiederà aiuto in zone impervie dovrà dimostrare di non aver agito con negligenza o imprudenza. In caso contrario, sarà chiamato a rimborsare allo Stato tutte le spese sostenute per l’intervento, inclusi mezzi, carburante e personale. La norma punta quindi a tutelare i cittadini responsabili e a scoraggiare comportamenti avventati, mantenendo al contempo garantito il diritto al soccorso. Ad esempio camminare in montagna con scarpe inadatte è pericoloso ed è ritenuta una negligenza imputabile al cittadino.
Le scarpe inadatte aumentano il rischio di infortuni come distorsioni, vesciche, cadute e affaticamento precoce. Le scarpe giuste invece offrono supporto, aderenza e protezione, mentre calzature inadeguate, come infradito o scarpe da ginnastica comuni, non hanno le caratteristiche necessarie per affrontare terreni accidentati. Se ci si sente disorientati o non in grado di proseguire in sicurezza, è giusto chiamare i soccorsi. Tuttavia, è importante valutare la situazione e non richiedere intervento in caso di pericolo minimo, per non intralciare le operazioni di soccorso di emergenze reali.
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