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Affitti in Italia, in mercato è sempre più caro: ecco i capoluoghi più colpiti dai rincari e la situazione in Sicilia
Il primo trimestre del 2024 ha confermato un trend ormai evidente: gli affitti in Italia continuano a crescere. Secondo Idealista, i canoni hanno registrato un aumento medio del 5,3% rispetto ai tre mesi precedenti e un balzo del 13,9% su base annua. In termini pratici, il prezzo medio nazionale ha raggiunto i 13,2 euro al metro quadro, valori che rendono il mercato immobiliare sempre più difficile da affrontare per studenti, giovani lavoratori e famiglie.
Gli aumenti hanno interessato 59 capoluoghi italiani su 86 monitorati. Le città che hanno visto i rincari più marcati sono state Treviso (+11%), Roma (+8,8%), Bergamo (+7,9%), Palermo (+7,5%) e Napoli (+7,3%). Un dato, quello del capoluogo siciliano, che testimonia come il Sud non sia affatto immune dal fenomeno. Al contrario, la pressione sui prezzi sta colpendo in maniera trasversale tutte le aree del Paese, anche laddove in passato i canoni erano più contenuti.
Particolarmente significativo è il caso di Palermo, che con un rincaro superiore alla media nazionale ha visto il costo medio degli affitti avvicinarsi ai livelli delle grandi metropoli. Seppur lontano dai picchi di Milano o Firenze, il capoluogo siciliano ha ormai canoni che incidono fortemente sui bilanci familiari. A pesare sono da un lato la crescente domanda di alloggi, dall’altro una disponibilità di case in affitto non sempre adeguata.
Non è solo Palermo a subire gli effetti del caro affitti. I dati di Idealista mostrano andamenti contrastanti nelle province dell’isola. In alcune aree, come Agrigento, si registra addirittura un calo significativo (-8,2%), segno di un mercato più fragile e meno attrattivo. Ma in altre realtà, come Catania e Messina, i prezzi tendono a seguire la dinamica nazionale, con richieste in crescita e un impatto sempre più pesante per le fasce più deboli della popolazione.
La Sicilia tra alti e bassi
Guardando ai valori medi, la Sicilia si presenta come una regione a due velocità. Ci sono città, come Palermo, che conoscono rincari importanti, e altre, come Caltanissetta, che si confermano tra i luoghi più economici d’Italia con un costo medio di appena 4,9 euro al metro quadro. Una forbice così ampia riflette le differenze economiche interne all’isola e la diversa attrattività dei vari territori, divisi tra aree urbane più dinamiche e province ancora segnate da stagnazione.
L’aumento degli affitti non è frutto del caso. Alla base ci sono dinamiche complesse: la scarsità di alloggi disponibili, il crescente peso del turismo e degli affitti brevi, ma anche la difficoltà dei proprietari a sostenere i costi di manutenzione e ristrutturazione, che finiscono per riversarsi sugli inquilini. In Sicilia, questi fattori si intrecciano con una domanda interna in crescita, alimentata da studenti universitari, lavoratori stagionali e famiglie in cerca di soluzioni temporanee.
Caro affitti – fonte ansa – Sicilianews24.it
Sicilia e confronto nazionale
Se Milano e Firenze restano le città più care, con valori superiori ai 20 euro al metro quadro, la Sicilia mostra un quadro più variegato. Palermo e Catania trainano i rincari, avvicinandosi alle medie nazionali, mentre province come Enna e Caltanissetta restano tra le più convenienti d’Italia. Questa distanza interna dimostra come l’isola, più di altre regioni, sia attraversata da squilibri economici che si riflettono anche sul mercato immobiliare.
La tendenza al rialzo appare destinata a proseguire. Le previsioni indicano che, senza interventi strutturali, i prezzi continueranno a crescere anche in Sicilia, accentuando la difficoltà di accesso al mercato per studenti e giovani lavoratori. Gli osservatori sottolineano la necessità di politiche mirate, capaci di favorire l’offerta di alloggi a canone calmierato e di incentivare l’affitto di lungo periodo rispetto a quello turistico. In caso contrario, l’isola rischia di vedere ampliarsi ulteriormente il divario tra aree dinamiche e territori più fragili.
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