
Ufficiale IMU, “Da oggi non lo pagate più solo sulla casa”: la pagate su ogni suolo che calpestate | Diventato un salasso unico
IMU, scade la seconda rata, ecco chi deve pagare e su quali abitazioni è attiva la tassa: una stangata per i contribuenti
Il 16 dicembre 2025 segna un nuovo appuntamento con il fisco: è infatti il termine ultimo per il pagamento della seconda rata dell’IMU, l’Imposta Municipale Unica. L’imposta è dovuta dai proprietari di seconde case, immobili di lusso e terreni agricoli.L’abitazione principale resta invece esclusa, salvo che non rientri nelle categorie catastali considerate di pregio, come A/1, A/8 e A/9.
Secondo la legge (art. 1, comma 741, lett. b), della Legge 160/2019), l’abitazione principale è quella in cui il contribuente e il suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. È una distinzione importante, poiché solo per tale immobile l’IMU non è dovuta. Ogni altra proprietà immobiliare, anche se di modesto valore o utilizzata saltuariamente, rientra invece nella tassazione ordinaria.
Uno dei dubbi più frequenti riguarda i giardini e i cortili contigui alle abitazioni. In linea generale, tali aree non sono considerate automaticamente pertinenze, ma vengono trattate come aree edificabili se la pianificazione urbanistica ne consente la costruzione. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 26673 del 3 ottobre 2025, precisando che solo gli spazi non suscettibili di diversa destinazione — come box o cantine — possono essere tassati insieme al fabbricato principale.
Le cosiddette aree urbane, classificate al Catasto come F/1 e quindi prive di rendita, non sono assimilabili ai fabbricati o ai terreni agricoli. Ai fini dell’IMU, se risultano edificabili, devono essere valutate in base al valore venale di mercato, secondo quanto stabilito dall’articolo 5 del decreto legislativo n. 504/1992. L’assenza di rendita catastale, quindi, non comporta alcuna esenzione automatica, e ciò che conta è la destinazione urbanistica dell’area.
Le esenzioni per anziani e disabili in casa di riposo
La normativa prevede tuttavia alcune agevolazioni per soggetti fragili. Gli anziani o disabili che si trasferiscono stabilmente in una casa di riposo possono ottenere l’esenzione dall’IMU sull’abitazione di proprietà, a condizione che questa non sia locata. La misura, introdotta dalla Legge 160/2019, è però subordinata a una delibera del Comune di riferimento: senza tale atto, l’esenzione non può essere applicata. L’agevolazione è concessa solo per un immobile e non si estende ad eventuali altre proprietà.
Uno dei temi più dibattuti riguarda le coppie sposate che vivono in abitazioni differenti. In passato, la normativa richiedeva che tutto il nucleo familiare risiedesse nello stesso immobile per beneficiare dell’esenzione. Ciò significava che, in presenza di due case, l’agevolazione si applicava a una sola di esse, anche se i coniugi vivevano realmente separati per ragioni di lavoro o salute.
Pagamento IMU (studiodelucca) -f onte pexels – Sicilianews24.it
Il cambio di rotta della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022, ha modificato radicalmente questo orientamento. I giudici hanno stabilito che ciascun coniuge ha diritto all’esenzione IMU per la casa in cui risiede e dimora abitualmente, indipendentemente dal luogo in cui si trova. In altre parole, non è più necessario che la famiglia condivida un’unica abitazione per ottenere il beneficio.
La Cassazione, con l’ordinanza n. 4292 del 2025, ha confermato la linea della Consulta, ponendo fine a una lunga incertezza interpretativa. Resta però invariato l’obbligo per chi possiede seconde case, aree edificabili o immobili non abitati come dimora principale: entro il 16 dicembre occorrerà versare la seconda rata dell’IMU, calcolata sulle aliquote stabilite da ciascun Comune. Un appuntamento fiscale che, come ogni anno, non risparmia né dubbi né malumori.
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