TARI, “Italiani pagate 600.000 euro quest’anno”: non esistono esenzioni | Preparatevi a cacciare soldi su soldi
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TARI, “Italiani pagate 600.000 euro quest’anno”: non esistono esenzioni | Preparatevi a cacciare soldi su soldi

La TARI è un tributo obbligatorio per tutti che pesa sui cittadini: ecco le riduzioni e le agevolazioni previste per categorie

La Tassa sui Rifiuti, conosciuta come TARI, rappresenta un onere costante per famiglie e imprese italiane. Introdotta nel 2014 in sostituzione dei precedenti tributi locali, finanzia i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ogni anno i contribuenti devono fare i conti con importi variabili, stabiliti dai comuni sulla base dei piani economici di gestione del servizio.

La TARI è stata istituita dalla legge di stabilità del 2014, inquadrata all’interno dell’Imposta Unica Comunale insieme a IMU e TASI. Con la legge di bilancio 2020 la IUC è stata abolita, ma la TARI è rimasta in vigore come pilastro del sistema di finanziamento dei rifiuti. Le regole fondamentali stabiliscono che essa deve essere pagata da chiunque possieda o detenga locali o aree suscettibili di produrre rifiuti.

La normativa consente alcune riduzioni obbligatorie, ad esempio nei casi di mancata erogazione del servizio o per chi ricicla particolari tipologie di rifiuti. Inoltre i comuni possono prevedere agevolazioni ulteriori con regolamenti specifici, destinati a particolari categorie di utenti come abitazioni con unico occupante, immobili ad uso stagionale o famiglie che praticano il compostaggio domestico. Si tratta di strumenti che permettono di rendere la tassa più equa, almeno in teoria.

Negli ultimi giorni gli abitanti di Orvieto hanno iniziato a ricevere le cartelle TARI per il 2024. Purtroppo, come già accaduto negli anni scorsi, la tassa risulta in aumento, gravando ulteriormente sui bilanci delle famiglie e delle imprese locali. Un rincaro che risulta ancora più difficile da accettare considerando che il territorio orvietano ospita la discarica delle Crete, con tutte le conseguenze ambientali e sociali che essa comporta.

I fondi della discarica e la loro destinazione

Ogni anno il Comune di Orvieto incassa circa 600.000 euro come indennità di disagio ambientale legata alla presenza della discarica. Queste risorse, nelle intenzioni originarie, avrebbero dovuto rappresentare una forma di compensazione per i cittadini, che convivono con i disagi e i rischi connessi alla gestione dei rifiuti. Tuttavia, l’amministrazione comunale ha scelto di utilizzare quei fondi per coprire altre spese, come mensa e trasporto scolastico.

Il bilancio comunale di Orvieto conta circa 32 milioni di spese correnti e si è chiuso nel 2023 con un avanzo di oltre cinque milioni di euro, di cui tre ancora senza destinazione precisa. Alla luce di questi dati, appare discutibile la decisione di non utilizzare le risorse della discarica per ridurre la TARI. Una scelta che, secondo molti, risponde a logiche politiche più che a criteri di giustizia fiscale.

Scadenza pagamento Tari – fonte brocardi – Sicilianews24.it

La proposta bocciata in consiglio

Proposta Civica Orvieto aveva avanzato una mozione chiara: impiegare i 600.000 euro per abbattere direttamente la TARI, ottenendo uno sconto medio del 20% per famiglia. Una misura concreta e universalmente equa, che avrebbe alleggerito il carico fiscale su tutti i cittadini. La maggioranza ha però respinto la proposta con otto voti contrari contro sei favorevoli, confermando l’indirizzo scelto.

Oggi gli orvietani si trovano a pagare una delle TARI più alte dell’Umbria, senza beneficiare di un ritorno reale dalla presenza della discarica sul proprio territorio. Il risultato è una doppia penalizzazione: più tasse e più disagi ambientali. La vicenda solleva interrogativi sul futuro della gestione dei rifiuti e sul ruolo delle amministrazioni locali nella tutela dei cittadini. La pressione della comunità resta fondamentale per chiedere maggiore trasparenza e scelte realmente eque.

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