
Strage di Capaci, all’albero Falcone minuto di silenzio osservato in anticipo
I nomi delle vittime letti ad alta voce da Pietro Grasso, gli applausi, il suono della tromba, il silenzio: è l’abbraccio di Palermo a Giovanni Falcone e all’albero che ne porta il nome. Intorno una folla non oceanica come gli anni scorsi, ma comunque sempre commossa e desiderosa di rendere omaggio alle vittime nel 33esimo anniversario della strage di Capaci.
Ci sono studenti, rappresentanti politici, forze dell’Ordine: una platea che ha voluto dare l’ennesimo segno di legalità e di coesione contro la criminalità organizzata. Qualche modifica rispetto al ‘protocollo’ degli anni passati: il palco era posizionato non di fronte all’albero ma proprio accanto, mentre la lettura dei nomi delle vittime è stata fatta alle 17:46, con dodici minuti di anticipo rispetto al momento (17:58) in cui, il 23 maggio di 33 anni fa, un’esplosione all’altezza dello svincolo autostradale di Capaci pose fine alla vita di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, sia quelli che erano con loro sia quelli che il 19 luglio sarebbero morti insieme a Paolo Borsellino (anche lui menzionato) in via D’Amelio.
Prima del silenzio ha preso la parola Maria Falcone, che si è rivolta direttamente ai presenti: “Questo è il momento in cui tutti voi, che ci avete creduto e continuate a crederci, siete qua: ci siete perché lo sentite, perché Giovanni è rimasto per questa città il simbolo di chi più di tanti altri l’ha amata e ha cercato di liberarla dalla mafia. Cosa nostra voleva ucciderlo ancor prima che potesse andare avanti, ma lui è riuscito a prendere tutti quei provvedimenti per fermarla: questa città non è libera, c’è tanto lavoro da fare da parte sia di forze dell’ordine e magistratura sia di tutti noi. La mafia finirà quando la città non la vorrà: pochi giorni fa abbiamo sentito di tanti arresti, che ancora ci dicono che tanti politici ancora la vanno cercare e che ancora Palermo non è libera. Ecco perché veniamo qua ogni anno, per dire che ci siamo e che Giovanni, Francesca e tutti gli altri siano morti invano: a chi mi chiede se la morte di mio fratello è stata inutile darei due schiaffi, perché Giovanni ha fatto venire a galla l’amore di una città che sembrava distratta. Ognuno nelle nostre case continua ad amarlo come un figlio, un fratello, uno zio e un nonno: vi ringrazio tutti, perché essere qua mi dà la forza per continuare il mio lavoro”.
Le critiche della Cgil Palermo
“Anticipare di dieci minuti il minuto di silenzio della Strage di Capaci è una cosa inaudita e vergognosa. Come realtà promotrici del corteo antimafia che ha attraversato la città di Palermo, Attivamente, Our Voice, Giovani Cgil Palermo, Udu Palermo, Collettivo Rutelli, Collettivo Sirio-Benedetto Croce, Sindacato Regina Margherita, prendiamo le distanze da questa azione della Fondazione Falcone. Appresa la notizia abbiamo deciso congiuntamente di celebrare comunque il minuto alle 17:58 con il “silenzio d’ordinanza” al megafono. Quanto avvenuto oggi sotto l’albero Falcone è un’offesa e un tradimento nei confronti di tutta la città di Palermo, che vuole fare memoria delle vittime di questa strage e chiede piena verità e giustizia”.
– Foto xd8/Italpress –
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