Pensione, “Dovete lavorare fino a 74 anni”: lavorate fino a rompervi la schiena | Il Governo ha deciso ormai
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Pensione, “Dovete lavorare fino a 74 anni”: lavorate fino a rompervi la schiena | Il Governo ha deciso ormai

Pensionato (Pexels) Sicilianews24

Continua ad allungarsi l’età pensionabile e qualcuno vedrà la fine del lavoro molto lontana. Cosa sta succedendo. 

Il sistema pensionistico italiano, originariamente fondato sul principio della ripartizione, ha subito trasformazioni profonde per rispondere all’invecchiamento della popolazione e al calo delle nascite. In passato, il modello retributivo garantiva pensioni più generose, basandosi sulle ultime retribuzioni percepite, ma si è rivelato insostenibile nel tempo.

Per questo motivo è stato introdotto, in modo graduale, il sistema contributivo. In esso, l’importo della pensione viene calcolato sulla base dei contributi versati durante l’intera carriera lavorativa, aggiornati in base alla crescita del PIL. Questo approccio rispecchia più fedelmente quanto effettivamente accumulato da ciascun lavoratore.

Negli ultimi anni, i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia sono stati via via innalzati. L’età pensionabile è ora collegata all’aspettativa di vita, attraverso un meccanismo di aggiornamento biennale che adegua automaticamente i limiti di accesso al pensionamento.

Le riforme hanno l’obiettivo di garantire la tenuta finanziaria del sistema nel lungo periodo. Il risultato è un contesto previdenziale più severo, che impone maggiori contributi e ritarda l’età di uscita dal lavoro, allineandola all’evoluzione demografica.

Andare in pensione in anticipo

Il sistema pensionistico prevede varie forme di pensione anticipata, ognuna con condizioni specifiche. Tra le opzioni principali figura la “Quota 103”, che consente di andare in pensione a 62 anni con almeno 41 anni di contributi, disponibile fino alla fine del 2025.

Per le lavoratrici è invece ancora valida “Opzione Donna”, che nel 2025 permette l’uscita a 61 anni con 35 anni di contributi. Un’altra possibilità è l’APE Sociale, rivolta a lavoratori in condizioni svantaggiate. Questo strumento prevede un assegno ponte a partire dai 63 anni e 5 mesi, con contributi tra i 30 e i 36 anni, in base alla categoria professionale.

Pensione (Pixabay) Sicilianews24

Lavoreranno fino a 74 anni

In tutta l’Unione Europea, i paesi stanno attivamente cercando soluzioni per riformare i propri sistemi pensionistici. Questa urgenza è dettata principalmente dall’invecchiamento della popolazione e dalla pressante necessità di garantirne la sostenibilità finanziaria a lungo termine. Sebbene le risposte legislative e le riforme varino da Stato a Stato, l’obiettivo comune è sempre lo stesso: preservare l’equilibrio dei conti pubblici, assicurando al contempo che le future generazioni possano contare su pensioni adeguate.

Tra gli Stati membri, la Danimarca si distingue per un approccio particolarmente incisivo. Attualmente, l’età pensionabile nel paese è fissata a 67 anni, ma è già previsto un aumento progressivo che la porterà a 70 anni entro il 2040. Le proiezioni indicano che, se il trend demografico attuale dovesse continuare, l’età pensionabile in Danimarca potrebbe addirittura raggiungere i 74 anni entro il 2060, posizionandosi come il valore più alto registrato in Europa e sottolineando l’entità delle sfide future.

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