
Indagato a Catania il rapper Baby gang, fece una videochiamata con Pandetta
Nella notte del 4 maggio, la Polizia di Stato ha eseguito una perquisizione nei confronti del rapper Zaccaria Mouhib, in arte “Baby Gang”, classe 2001, nella sua abitazione di Calolziocorte (Lecco). L’operazione è stata condotta dagli agenti della Questura di Lecco in coordinamento con la Squadra Mobile di Catania, su mandato della Procura Distrettuale della Repubblica etnea.
Il giovane artista è indagato per favoreggiamento personale in concorso (art. 391 ter c.p.), aggravato dal metodo mafioso (art. 416 bis.1 c.p.), e per aver violato le prescrizioni della sorveglianza speciale previste dal Codice Antimafia (art. 75, comma 1, D.lgs. 159/2011). La misura gli vietava espressamente di recarsi nel comune di Catania.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Mouhib si sarebbe esibito la notte del 2 maggio sul palco del festival musicale “One Day Music”, tenutosi presso uno stabilimento balneare del capoluogo siciliano. Durante il live, avrebbe effettuato una videochiamata con il rapper Vincenzo Pandetta, alias “Niko”, classe 1991, attualmente detenuto presso il carcere di Rossano (Cosenza).
Nel corso della perquisizione a Lecco, la Polizia ha sequestrato uno smartphone, che sarà sottoposto ad analisi forensi nei prossimi giorni.
A Mouhib è stato inoltre notificato un Foglio di Via Obbligatorio, emesso dal Questore di Catania, che gli vieta di soggiornare nella città etnea per i prossimi quattro anni.
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