Il turismo in Sicilia non si ferma mai: cambia tutto | Le nuove sfide da affrontare
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Il turismo in Sicilia non si ferma mai: cambia tutto | Le nuove sfide da affrontare

Il turismo siciliano in continua evoluzione, l’impatto della pandemia e la nascita dello slow travel:previsioni al 2040 e nuove tendenze

Anche a novembre, la Sicilia resta al centro del dibattito sul turismo, un settore in costante evoluzione che sa cogliere le molteplici sfaccettature dell’Isola. La IX edizione della Borsa del Turismo Extralberghiero, organizzata da Confesercenti Sicilia e dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, ha messo in luce come il comparto sappia rinnovarsi, adattandosi alle nuove esigenze dei viaggiatori e valorizzando sia le mete costiere sia i borghi interni.

Negli ultimi cinque anni, la pandemia del 2020 ha modificato profondamente le abitudini di viaggio, consolidando la domanda per il turismo di prossimità e esperienziale. Dal 2024, però, si osserva un ritorno del turismo culturale e degli eventi, con un crescente interesse verso festival e iniziative partecipative. Il fenomeno dello “slow travel” ha preso piede, basato su qualità, autenticità, legame con i territori e sostenibilità, favorendo trekking, cicloturismo, visite a borghi, esperienze gastronomiche e turismo naturalistico.

Secondo una ricerca del Centro Studi Turistici di Firenze, la domanda turistica siciliana, pari a 1,464 miliardi nel 2019, potrebbe raggiungere i 2,4 miliardi nel 2040. I turisti prediligeranno short break, destinazioni alternative meno note e più economiche, e soluzioni personalizzate orientate alla sostenibilità. Il ruolo di strumenti online e social media diventerà sempre più determinante nelle scelte di viaggio, influenzando comportamenti e stili emergenti.

Nel 2024 la Sicilia contava 7.694 esercizi ricettivi e 193.515 posti letto. Il settore alberghiero comprendeva 1.150 strutture con 106.804 posti letto, mentre quello extralberghiero contava 6.544 esercizi e 86.711 posti letto. Dal 2015 al 2024, il comparto alberghiero ha registrato una perdita di 157 imprese e circa 13.000 posti letto, mentre l’extralberghiero ha visto una crescita di 1.976 nuovi esercizi e circa 12.700 posti letto, a dimostrazione di un’espansione esclusivamente extralberghiera.

Affitti brevi e densità ricettiva

Le strutture classificate come affitti brevi nel 2024 ammontavano a 39.798 con 203.450 posti letto. Nonostante l’incremento delle imprese, la densità di posti letto per km² è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2015, confermando come la crescita delle strutture non sempre coincida con un aumento della disponibilità di alloggi.

Nel 2024 la Sicilia ha registrato oltre 5,8 milioni di arrivi e 17,3 milioni di pernottamenti. L’extralberghiero ha registrato variazioni più significative rispetto all’alberghiero, con +43,2% di arrivi e +24,8% di presenze. La maggior parte dei pernottamenti si concentra nei comuni costieri (62,6%) e nei capoluoghi (30,6%), attratti principalmente da una domanda internazionale, mentre l’area dei Nebrodi registra valori molto più contenuti.

Turismo in Sicilia – fonte pexels – Sicilianews24.it

Sviluppo turistico nei diversi territori

I 127 comuni osservati sono stati suddivisi tra capoluoghi, aree costiere e Nebrodi. La ricettività più elevata si registra nei capoluoghi e nei comuni costieri, con densità di posti letto ben al di sopra della media regionale, mentre le aree interne mostrano valori inferiori. Località come Giardini Naxos, Taormina, San Vito Lo Capo e Cefalù evidenziano un livello di sviluppo turistico particolarmente significativo.

L’analisi evidenzia un contrasto tra aree con over tourism e desertificazione turistica, legato alla distribuzione dei flussi e alla stagionalità della domanda. Capoluoghi come Palermo, Siracusa e Catania mostrano uno sviluppo moderato, mentre molte località costiere raggiungono livelli elevati. La crescita futura richiederà strategie mirate, con attenzione alla sostenibilità, alla valorizzazione dei territori minori e all’integrazione delle nuove tendenze turistiche per mantenere competitività e attrattività dell’intera regione.

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