Frode da 950mila euro con il Superbonus 110%: sequestri per 1,6 milioni nel Messinese
News

Frode da 950mila euro con il Superbonus 110%: sequestri per 1,6 milioni nel Messinese

Un’operazione della Guardia di Finanza di Messina ha portato alla luce una truffa milionaria ai danni dello Stato, messa in atto da un sodalizio criminale attivo nell’area dei Nebrodi. Al centro dell’indagine, l’indebita creazione e monetizzazione di crediti di imposta legati al Superbonus 110%, per lavori edilizi mai eseguiti. L’importo dei crediti fittizi generati è stato quantificato in circa 950mila euro.

Il provvedimento del GIP

Su richiesta della Procura della Repubblica di Patti, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 1,6 milioni di euro. La misura cautelare riguarda liquidità e immobili riconducibili agli indagati, quale profitto e prodotto del reato, nonché i guadagni derivanti dalle imposte evase attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Gli indagati e i reati contestati

Le Fiamme Gialle della Tenenza di Sant’Agata di Militello hanno denunciato undici persone, accusate a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture false. Gli inquirenti hanno ricostruito un sistema fraudolento che sfruttava la normativa agevolativa del Superbonus attraverso documentazioni e certificazioni non veritiere.

Il ruolo dei professionisti compiacenti

Un aspetto centrale della frode riguarda il coinvolgimento di professionisti chiamati ad asseverare i lavori. Secondo quanto accertato, questi tecnici avrebbero falsamente attestato l’avvenuta esecuzione di interventi di riduzione del rischio sismico e di efficientamento energetico, mai realizzati. Le attestazioni hanno permesso di generare i crediti d’imposta fittizi, successivamente ceduti a terzi per ottenere liquidità, configurando così anche il reato di autoriciclaggio.

Le tecniche investigative

L’inchiesta si è sviluppata grazie a un ampio ventaglio di strumenti investigativi. La Guardia di Finanza ha eseguito riscontri documentali e contabili, sopralluoghi con tecnici abilitati, analisi dei rapporti economici e finanziari tra i soggetti coinvolti e controlli fiscali approfonditi. Questa attività ha permesso di ricostruire il meccanismo della frode, basato su false fatture, false asseverazioni e falsi stati di avanzamento lavori.

Gli immobili coinvolti

Secondo la ricostruzione degli investigatori, i lavori fittizi sarebbero stati dichiarati su tre immobili di pregio situati nei Comuni di Mistretta e Tusa, in provincia di Messina. Attraverso l’uso di documentazione artefatta, i responsabili hanno simulato interventi di Sismabonus ed Ecobonus 110%, senza che vi fosse alcun cantiere effettivamente avviato.

Il principio di non colpevolezza

La Procura di Patti ha sottolineato che le accuse formulate sono ancora oggetto di valutazione giudiziaria e che tutti gli indagati devono considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva. L’operazione, tuttavia, evidenzia come i controlli sulle agevolazioni fiscali siano diventati un terreno prioritario di intervento per la Guardia di Finanza. Il sequestro e le denunce odierne rappresentano un ulteriore segnale dell’impegno delle Fiamme Gialle nel contrasto alle frodi fiscali, con particolare attenzione alle indebite compensazioni e alla circolazione di crediti d’imposta fittizi. L’attività investigativa, oltre a tutelare le finanze pubbliche, mira a difendere i cittadini onesti e le imprese che operano nel rispetto delle regole, preservando l’efficacia delle misure di sostegno introdotte dal legislatore.

L’articolo Frode da 950mila euro con il Superbonus 110%: sequestri per 1,6 milioni nel Messinese sembra essere il primo su Sicilianews24.it.