Chiusa l’azienda n.1 della Sicilia, ha dato da mangiare a decine di famiglie e adesso è solo un vago ricordo
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Chiusa l’azienda n.1 della Sicilia, ha dato da mangiare a decine di famiglie e adesso è solo un vago ricordo

Tribunale sentenza (Pexels) Sicilianews24

Ennesima azienda che chiude i battenti nell’isola a causa dei controlli capillari delle Forze dell’Ordine. Cosa è successo. 

Da più di 15 anni, l’economia italiana è in una crisi prolungata, peggiorata dalla pandemia di Covid-19. Questo periodo difficile ha portato alla chiusura di molte aziende, lasciando le altre a lottare per la sopravvivenza.

I dati sulle chiusure e i fallimenti raccontano la difficile situazione del sistema imprenditoriale italiano. Anche se il numero di fallimenti è diminuito, toccando un minimo storico nel 2023 grazie a misure di supporto e cambiamenti normativi, le chiusure aziendali sono in aumento.

Nel solo 2024, 357.284 imprese hanno chiuso, un incremento del 5,2% rispetto all’anno precedente. Tra il 2011 e il 2023, la media trimestrale dei fallimenti è stata di circa 2.800, colpendo in particolare settori cruciali come i servizi, l’industria e le costruzioni.

Le continue chiusure di imprese hanno un impatto significativo sull’occupazione e sulla capacità produttiva del Paese. Questa situazione sottolinea l’urgenza di riforme strutturali e politiche economiche mirate, fondamentali per sostenere la ripresa e rendere più forte il sistema economico italiano.

Lavoro nero e caporalato

Il lavoro nero in Italia è un problema grave, con oltre 3 milioni di lavoratori irregolari secondo alcune stime nell’ultimo anno. Questo fenomeno è diffuso specialmente in settori come l’agricoltura, il commercio, i trasporti e le costruzioni. I lavoratori irregolari sono privi di contratti, tutele previdenziali e sanitarie, e spesso ricevono salari molto bassi, rendendoli vulnerabili e facilmente sfruttabili.

Il caporalato, una forma estrema di sfruttamento, è particolarmente diffuso nel settore agricolo. I “caporali” reclutano manodopera, spesso migranti, imponendo condizioni di lavoro disumane, orari estenuanti e retribuzioni irrisorie. Si stima che oltre 200.000 lavoratori irregolari siano impiegati nel settore agroalimentare, dove il caporalato prospera. Questo sistema illegale non solo danneggia l’economia, ma mina i diritti umani e la dignità dei lavoratori.

Polizia (Pixabay) Sicilianews24

Controlli delle Forze dell’Ordine

I Carabinieri di Canicattì, insieme a ispettori del lavoro di Agrigento e Palermo, hanno ispezionato due aziende agricole locali. Hanno scoperto gravi violazioni delle norme di sicurezza e tutela dei lavoratori. Tra le irregolarità, mancavano le visite mediche obbligatorie, i dispositivi di protezione individuale e un’adeguata formazione sui rischi.

In una delle due aziende, le condizioni erano particolarmente critiche e mancavano tutta una serie di protocolli obbligatori. Tutti gli otto lavoratori erano impiegati “in nero”, senza alcun contratto. Per queste gravi infrazioni, l’attività dell’azienda è stata sospesa e sono state inflitte sanzioni amministrative per un importo di oltre 57.000 euro.

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