“Chiamata dal prefisso +3…” | Se la ricevete spegnete il telefono: vi portano via fino all’ultimo centesimo | La truffa più diffusa del 2025
Truffe telefoniche dal prefisso +30, cresce il fenomeno del Wangiri: l’ultimo allarme arriva dalla Grecia, ecco come funziona
Ogni giorno migliaia di utenti si trovano a dover affrontare chiamate indesiderate da call center, venditori e operatori commerciali più o meno affidabili. Dietro alcune di queste telefonate, però, si nascondono veri e propri tentativi di truffa. Negli ultimi anni, episodi di raggiro telefonico sono aumentati sensibilmente, costringendo le autorità a intensificare le segnalazioni e gli avvisi ai cittadini.
L’ultimo caso denunciato riguarda chiamate provenienti dalla Grecia, con prefisso internazionale +30. Gli utenti segnalano telefonate di pochi secondi o completamente mute, il cui unico scopo è indurre il ricevente a richiamare. Chi cade nella trappola rischia di connettersi a linee telefoniche a pagamento con tariffe molto elevate, causando danni economici spesso considerevoli.
Questa tipologia di truffa prende il nome di Wangiri, termine giapponese che significa “un solo squillo”. Il sistema è semplice ma efficace: il telefono riceve una chiamata da un numero sconosciuto che si interrompe dopo pochi secondi. La notifica di chiamata persa appare sul dispositivo, stimolando la curiosità o la preoccupazione del destinatario. Molti utenti, convinti che si tratti di un messaggio urgente o di un’opportunità di lavoro, richiamano immediatamente.
Richiamare il numero equivale però a cadere nella rete dei truffatori. Le chiamate vengono dirottate su linee internazionali a costi esorbitanti, e spesso i sistemi automatici dei call center offshore rendono difficile interrompere il flusso o risalire ai responsabili. Nonostante la notorietà di questa truffa, migliaia di persone continuano a caderci, attratte dall’apparente urgenza della chiamata o dall’ingenuità dei meccanismi di persuasione.
L’evoluzione delle truffe
Il successo di questo tipo di truffa è legato alla continua evoluzione dei numeri e dei prefissi utilizzati dai criminali. Cambiando di frequente le combinazioni telefoniche, diventa quasi impossibile per le autorità tracciare l’origine delle chiamate. A questo si aggiunge l’organizzazione dei network criminali, capaci di sfruttare sistemi automatici e call center offshore, rendendo la prevenzione un compito complesso e costante.
Fortunatamente, gli utenti possono proteggersi con misure semplici ed efficaci. Il primo consiglio è quello di non rispondere mai a numeri sconosciuti, soprattutto se esteri, e di non richiamare le notifiche di chiamate perse. In caso di chiamate più elaborate, in cui l’interlocutore parla, è importante non fornire mai informazioni personali, dati bancari o altre informazioni sensibili che possano essere sfruttate per raggiri economici.
Truffe telefoniche – fonte pexels – Sicilianews24.it
Strumenti tecnologici a supporto
Gli smartphone moderni e le app degli operatori di telefonia offrono filtri anti-spam in grado di bloccare molte chiamate indesiderate. Pur non essendo perfetti, questi strumenti riducono significativamente il rischio di cadere vittime di truffe come il Wangiri. Aggiornare regolarmente il software del telefono e le impostazioni di sicurezza contribuisce a una protezione più efficace.
In definitiva, la chiave per difendersi da queste truffe rimane la prudenza. Mantenere un atteggiamento critico verso numeri sconosciuti e prestare attenzione a ogni richiesta di informazioni personali permette di ridurre drasticamente il rischio di perdite economiche. Essere informati e consapevoli dei meccanismi utilizzati dai truffatori rappresenta il primo passo per viaggiare nel mondo delle comunicazioni senza cadere nelle insidie dei call center criminali.
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