
Bye bye carte di credito: da oggi è impossibile usarle in questi negozi italiani | Sono bandite al pari delle pistole
Carta di credito – fonte pexels – sicilianews24.it
Questa misura potrebbe complicare la vita di molti.
Le carte di credito e di debito sono strumenti di pagamento elettronico che permettono di effettuare acquisti e prelievi senza usare denaro contante. La carta di debito (come il Bancomat) è collegata direttamente al conto corrente: ogni spesa viene addebitata immediatamente, sottraendo l’importo disponibile sul conto. È utile per controllare le spese in tempo reale e ridurre il rischio di indebitamento.
La carta di credito, invece, consente di effettuare pagamenti anche se sul conto corrente non si ha disponibilità immediata. Le spese vengono infatti addebitate in un’unica soluzione il mese successivo, secondo un plafond massimo stabilito dalla banca. In questo modo, l’utente riceve un “anticipo” di spesa che dovrà restituire in seguito, a saldo o a rate, a seconda del tipo di contratto.
Entrambe le carte possono essere utilizzate nei negozi fisici, online e per prelevare contanti agli sportelli automatici (ATM). Per garantire la sicurezza, richiedono spesso un PIN o sistemi di autenticazione avanzata come il riconoscimento biometrico o il codice OTP. Alcune carte offrono anche servizi accessori come cashback, assicurazioni viaggio o raccolta punti.
Tuttavia, è importante distinguere il loro utilizzo: la carta di debito aiuta a spendere solo ciò che si possiede, mentre la carta di credito, se mal gestita, può generare debiti e interessi elevati. Un uso consapevole di entrambi gli strumenti è fondamentale per una gestione finanziaria equilibrata.
Nuove regole per le detrazioni fiscali
Dal 2020, con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio, è stato introdotto un vincolo importante per chi vuole detrarre le spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi: non è più possibile pagare con carte di credito o altri strumenti elettronici presso strutture sanitarie private che non rispettano specifici requisiti fiscali. In pratica, anche se l’acquisto avviene in uno studio medico legittimo — come ad esempio un oculista, un dentista o uno psicologo — il pagamento con carta può far perdere il diritto alla detrazione, se il professionista non è convenzionato con il Sistema Tessera Sanitaria o non emette regolare fattura tracciabile.
A essere penalizzati sono proprio i cittadini più attenti e digitali, abituati a usare la carta anche per ragioni di sicurezza e praticità. Ma l’Agenzia delle Entrate è chiara: per ottenere la detrazione del 19% sulle spese sanitarie, il pagamento deve essere tracciabile e avvenire con strumenti che consentano la corretta trasmissione dei dati fiscali. In alternativa, paradossalmente, si consiglia il pagamento in contanti, ma solo nei casi espressamente previsti dalla normativa, o dove l’uso della carta impedirebbe il riconoscimento della detrazione.
Soldi – fonte pexels – sicilianews24.it
Un divieto paradossale e severo
La situazione appare quasi surreale: le carte di credito, simbolo di trasparenza e tracciabilità, vengono trattate alla stregua di strumenti proibiti in alcuni contesti medici, se non usate secondo regole fiscali molto specifiche. Il rischio è che, pur pagando regolarmente con carta, il contribuente perda il diritto alla detrazione fiscale.
Per non incorrere in brutte sorprese, è fondamentale informarsi prima della visita medica e chiedere sempre se la struttura aderisce al sistema di trasmissione al Fisco. In caso contrario, la spesa sarà sì legittima, ma non detraibile. Una misura che, seppur pensata per combattere l’evasione fiscale, rischia di colpire proprio i contribuenti più virtuosi.
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