Autoriciclaggio e truffa: sequestrati oltre 3 milioni di euro a un imprenditore
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina hanno eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro nei confronti di un cittadino calabrese ritenuto responsabile dei reati di autoriciclaggio, truffa e esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal dott. Giuseppe Verzera, e rappresenta l’esito di una complessa indagine che ha portato alla luce una serie di truffe ai danni di decine di risparmiatori residenti nei comuni del litorale tirrenico messinese.
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito di ricostruire una rete di società, molte delle quali con sede all’estero, riconducibili all’indagato e utilizzate per reinvestire i proventi illeciti derivanti dalle truffe finanziarie, mascherando la reale provenienza dei fondi. Le società, infatti, risultavano meri indirizzi di domiciliazione, privi di insegne, utenze o strutture operative: semplici schermi per occultare il denaro.
L’attività investigativa è nata dalle denunce presentate da nove persone e ha permesso di completare un quadro già emerso nel 2021, quando un’inchiesta della stessa Procura aveva accertato l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario e all’illecita raccolta del risparmio. I promotori della frode, sfruttando la loro reputazione di consulenti finanziari nei territori di Barcellona Pozzo di Gotto e Patti, avevano convinto numerosi risparmiatori a investire in operazioni fittizie, consapevoli che le vittime non avrebbero mai recuperato il capitale investito né gli interessi promessi.
Gli approfondimenti successivi hanno permesso di tracciare i flussi finanziari tra investitori e promotori e di localizzare i fondi in diversi Paesi europei. Grazie alla cooperazione internazionale e all’intervento di EUROJUST, sono stati individuati beni mobili, depositi bancari e 41 conti correnti (anche virtuali) distribuiti in 11 Stati – tra cui Bulgaria, Francia, Germania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Spagna.
Le autorità italiane hanno emesso i corrispondenti “Freezing Certificates”, l’equivalente internazionale del sequestro preventivo, per un ammontare complessivo di 3.069.800 euro, pari al profitto ritenuto illecito.
L’operazione conferma l’efficacia della collaborazione tra Guardia di Finanza, Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ed EUROJUST nella lotta ai reati economico-finanziari e nella tutela dei risparmiatori, spesso vittime di condotte fraudolente.
Si precisa, in ossequio al diritto di cronaca, che il provvedimento di sequestro è una misura cautelare e potrà essere modificato o annullato attraverso i previsti mezzi di impugnazione. I successivi gradi di giudizio, nel contraddittorio tra accusa e difesa, potranno concludersi anche con l’esclusione di qualsiasi responsabilità e la restituzione dei beni agli aventi diritto.
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