Sicilia maglia nera per ettari bruciati: la conferenza che ridisegna il Catasto Incendi
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Sicilia maglia nera per ettari bruciati: la conferenza che ridisegna il Catasto Incendi

Il 3 dicembre 2025, alle 16, Palazzo Bonocore ospita la conferenza conclusiva di Osservatorio Incendi, il progetto pilota promosso da Fenice Verde con il sostegno del Sicily Environment Fund. L’iniziativa, nata per portare trasparenza e partecipazione nella gestione del Catasto Incendi, chiude la sperimentazione e guarda già oltre, con l’obiettivo di estendere il modello a tutta la Sicilia. Al confronto parteciperanno rappresentanti dell’associazione, della Regione Siciliana, del Dipartimento della Protezione Civile, dell’Università di Palermo e dell’ARS.

Un anno nero e un Catasto ancora in affanno

Il progetto arriva al traguardo in una stagione segnata da numeri pesantissimi. Secondo Legambiente, la Sicilia nel 2025 ha visto bruciare circa 49.000 ettari di territorio in 606 roghi, oltre la metà della superficie andata in fumo in tutta Italia fino a metà ottobre. A questo quadro già critico si somma un problema strutturale noto da anni: il Catasto Incendi, lo strumento che dovrebbe gestire il “dopo fuoco”, è spesso in ritardo, poco leggibile, difficile da consultare. Non di rado — come dimostra la nomina, nel 2023, di commissari ad acta in 147 Comuni — i municipi non riescono neppure a rispettare gli obblighi previsti dalla legge.

È a partire da questa frattura che Fenice Verde ha sperimentato nuovi strumenti di monitoraggio e partecipazione. Nei Comuni pilota di Carlentini e San Mauro Castelverde sono stati pubblicati catasti digitali con cartografie interattive e, in cinque mesi, i cittadini hanno inviato 122 segnalazioni tra incendi, principi di incendio e potenziali inneschi, validate da tecnici prima della messa online. Un cambio di passo che ha reso accessibili informazioni normalmente confinate in atti amministrativi poco decifrabili.

Parallelamente, l’iniziativa ha favorito la nascita di una rete regionale delle associazioni antincendio, che ha messo insieme volontari, comitati locali e realtà ambientaliste. Dai tavoli di confronto del 17 maggio e del 31 luglio sono arrivate richieste comuni: prevenzione più efficace, maggiore trasparenza sui catasti e protocolli di collaborazione stabili tra istituzioni e società civile per contrastare la “mafia del fuoco”.

Verso un modello regionale e una piattaforma unica

L’approccio, che integra dati ufficiali, immagini satellitari e citizen science, ha attirato l’attenzione anche fuori dall’isola: l’Osservatorio è entrato nella Rete Europea di Citizen Science e nel network Citi-Obs, e nel 2026 presenterà i risultati alla Conferenza Europea di Oulu come caso studio di governance partecipata del rischio incendi.

La conferenza di Palermo riaprirà ora il dossier Catasto Incendi, affrontando le criticità principali: scarsa digitalizzazione, ritardi cronici, difficoltà tecniche dei Comuni, elenchi poco leggibili e osservazioni dei cittadini aperte quando sul terreno non rimangono più tracce utili. Le proposte in discussione puntano a un cambio di paradigma: catasti digitali interoperabili con il Sistema Informativo Forestale, una piattaforma pubblica regionale con mappe aggiornate e procedure semplificate per chi vuole segnalare incendi o irregolarità.

In questo percorso si inserisce anche FireFree, la nuova piattaforma dell’Osservatorio Incendi che raccoglierà contributi di cittadini, tecnici e associazioni per trasformare i risultati della sperimentazione in proposte legislative sul contrasto agli incendi boschivi. L’obiettivo è portare dati, criticità e buone pratiche al centro delle decisioni politiche, con un processo trasparente e partecipato.

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