Stipendi, “4.000 euro in più per tutti”: non importa che lavoro facciate | Li intascate e basta
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Stipendi, “4.000 euro in più per tutti”: non importa che lavoro facciate | Li intascate e basta

Fringe Benefit 2026: il Governo prepara il raddoppio delle soglie e nuove agevolazioni fiscali, un vantaggio concreto

Il tema dei fringe benefit torna al centro del dibattito economico con la bozza della Manovra 2026, che punta a rafforzare il welfare aziendale e a ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni starebbe valutando un intervento che prevede il raddoppio delle soglie di esenzione per i compensi accessori, portandole dagli attuali 1.000 e 2.000 euro a 2.000 e 4.000 euro. Una misura che, se confermata, rappresenterebbe un segnale politico forte a favore di lavoratori e imprese, e un passo decisivo verso un modello di retribuzione più flessibile e orientato al benessere.

I fringe benefit sono una componente non monetaria dello stipendio, ossia beni e servizi che il datore di lavoro offre ai propri dipendenti come parte del pacchetto retributivo complessivo. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita dei lavoratori, aumentando il valore percepito del salario senza incidere sui costi contributivi. Si tratta di una formula di compensazione molto apprezzata, perché consente alle aziende di fidelizzare i propri dipendenti e attrarre nuovi talenti attraverso un sistema di incentivi personalizzati.

Dal punto di vista fiscale, i fringe benefit risultano particolarmente convenienti: fino al limite previsto dalla legge, non sono soggetti a Irpef né a contributi previdenziali. Questo significa un guadagno netto per i lavoratori e un risparmio sui costi del personale per le imprese. Tuttavia, il sistema prevede una regola rigida: se si supera anche di un solo euro la soglia di esenzione, l’intero importo diventa imponibile. È per questo che molte aziende si avvalgono di piattaforme digitali di gestione del welfare, per controllare l’erogazione e mantenere la piena conformità normativa.

Con la Legge di Bilancio 2026, il Governo intende trasformare i fringe benefit in un pilastro stabile del welfare aziendale. Il raddoppio delle soglie esenti consentirebbe ai lavoratori di ottenere beni e servizi fino a 2.000 euro annui, e fino a 4.000 euro per chi ha figli a carico, senza tassazione. L’obiettivo è duplice: sostenere il potere d’acquisto in un contesto di inflazione ancora elevata e favorire una maggiore diffusione dei programmi di welfare, anche tra le piccole e medie imprese. La misura dovrà comunque passare al vaglio del Parlamento e della Commissione europea, per la verifica della compatibilità con le regole fiscali e sugli aiuti di Stato.

La welfarizzazione dei premi di produttività

Oltre all’aumento delle soglie per i fringe benefit, la Manovra 2026 potrebbe intervenire anche sui premi di produttività, prevedendo nuove forme di agevolazione fiscale. Attualmente, questi premi sono soggetti a un’imposta sostitutiva agevolata del 5% per i lavoratori con redditi fino a 80.000 euro. Il Governo valuta di potenziare il meccanismo, incentivando la conversione dei premi in welfare aziendale. In questo caso, l’importo trasformato in servizi o benefit diventa completamente esente da tasse, una soluzione che rende il vantaggio netto per il dipendente ancora più significativo.

La cosiddetta “welfarizzazione” sta diventando una tendenza strutturale nel mercato del lavoro italiano. Per le imprese rappresenta uno strumento di motivazione e fidelizzazione, mentre per i dipendenti costituisce una forma di sostegno reale e personalizzato. Buoni carburante, rimborsi per spese scolastiche, contributi per utenze domestiche o per la salute diventano così parte integrante della politica retributiva, rafforzando il senso di appartenenza e migliorando il clima aziendale.

Bonus – fonte pexels – Sicilianews24.it

La disciplina attuale e i limiti in vigore

In attesa delle nuove disposizioni, restano validi i limiti fissati dalla Legge di Bilancio 2025, pari a 1.000 euro per tutti i dipendenti e 2.000 euro per chi ha figli fiscalmente a carico. Entro tali soglie, i beni e i servizi erogati dall’azienda non concorrono alla formazione del reddito imponibile, né sono tassati i rimborsi per spese domestiche come bollette o canoni d’affitto. Una normativa già vantaggiosa, che il Governo intende ora rendere strutturale e più generosa.

L’intervento sui fringe benefit rappresenta un tassello importante nella strategia di riduzione del cuneo fiscale e di rilancio del reddito disponibile dei lavoratori. Con il raddoppio delle soglie e la spinta alla welfarizzazione, la Manovra 2026 mira a costruire un modello di welfare aziendale moderno, partecipativo e sostenibile. Una politica che guarda non solo al risparmio fiscale, ma a un’idea di impresa capace di coniugare produttività, benessere e responsabilità sociale.

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