
Lavoratori siciliani, “Tornatevene a casa”: 3.000 euro al mese per stare comodi sul divano
Sicilia e smart working, un’opportunità tra presente e futuro che offre una grande spinta al settore privato
In Sicilia torna al centro dell’attenzione il tema dello smart working. Dopo l’ondata di novità portata dalla pandemia, il lavoro da remoto ha vissuto fasi alterne, passando dall’entusiasmo iniziale a una brusca frenata. Oggi però la questione si riaffaccia con forza, sostenuta dai dati, dalle richieste del mercato e dalle nuove prospettive aperte dalle istituzioni.
Le differenze tra pubblico e privato restano marcate. Da una parte ci sono le imprese che hanno colto i vantaggi dello smart working, dall’abbattimento dei costi alla possibilità di attrarre giovani talenti. Dall’altra, la pubblica amministrazione si muove con lentezza, appesantita da vincoli normativi e da un approccio ancora legato a logiche tradizionali. Sono soprattutto le grandi e medie aziende a trainare il cambiamento, offrendo ai dipendenti formule ibride che permettono di conciliare meglio vita lavorativa e personale.
Uno studio condotto da economisti della Banca d’Italia ha confermato il potenziale inclusivo dello smart working. Tra il 2019 e il 2022 il lavoro agile ha aumentato la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare tra giovani, donne e abitanti del Mezzogiorno. In contesti storicamente fragili, dove l’offerta di servizi di welfare è carente, la possibilità di lavorare da casa ha impedito a molti di restare esclusi. I numeri parlano di un incremento fino a quasi un punto percentuale sia nel tasso di attività sia in quello di occupazione.
Se nel Centro-Nord urbano lo smart working ha rappresentato un adattamento organizzativo, al Sud ha avuto un effetto trasformativo. Nelle aree meno popolate e nei contesti periferici, il lavoro da remoto è diventato una porta d’ingresso al mercato del lavoro, aprendo nuove prospettive a chi, altrimenti, non avrebbe avuto opportunità. Si tratta di un elemento cruciale in un Paese che affronta contemporaneamente bassa natalità, invecchiamento della popolazione e scarsa partecipazione femminile al lavoro.
Le mosse della Regione Siciliana
Consapevole delle potenzialità, il presidente Renato Schifani ha annunciato durante l’Etna Forum di Ragalna l’intenzione di destinare nuove risorse al sostegno delle imprese che offrono possibilità di lavoro a distanza ai giovani. Dopo fondi già previsti in passato ma rimasti bloccati, il governo regionale punta a rendere operativi gli stanziamenti per il 2026, con l’obiettivo di trasformare il lavoro agile in una leva di sviluppo e occupazione.
Accanto alle iniziative politiche, si registrano anche movimenti all’interno della macchina amministrativa regionale. L’assessore Andrea Messina ha presentato nuove circolari su smart working, coworking e ferie solidali per il personale della Regione. È un passo che punta a uniformare le regole e a dare finalmente attuazione alle disposizioni contrattuali, sebbene si tratti ancora di interventi limitati rispetto alle necessità.
Smart working – fonte pexels – Sicilianews24.it
L’isola dei nomadi digitali
Parallelamente, la Sicilia sta diventando una meta privilegiata per i nomadi digitali. Borghi interni e isole minori sono entrati nelle mappe internazionali del lavoro remoto, grazie al fascino paesaggistico, al costo della vita contenuto e a norme favorevoli. Questo fenomeno porta benefici economici e sociali, dai soggiorni più lunghi rispetto al turismo tradizionale al contrasto allo spopolamento, fino al ringiovanimento del tessuto sociale.
L’arrivo di professionisti digitali dall’Italia e dall’estero contribuisce anche a diffondere una cultura dell’innovazione e della tecnologia, stimolando startup, centri di ricerca e nuove imprese. Lo smart working, quindi, non è soltanto una modalità organizzativa, ma una sfida culturale e strategica. La Sicilia ha l’opportunità di trasformarla in una risorsa duratura, capace di trattenere i giovani, attrarre talenti e costruire un futuro più dinamico per l’isola.
L’articolo Lavoratori siciliani, “Tornatevene a casa”: 3.000 euro al mese per stare comodi sul divano sembra essere il primo su Sicilianews24.it.
Potrebbe anche piacerti

Spezie Siciliane
1 Settembre 2021
Cannoli Siciliani
12 Gennaio 2022