
Bonus facciate allo ZEN, sequestro da oltre 1,2 milioni a imprenditore edile di Palermo
L’ennesima truffa legata ai bonus edilizi arriva dal cuore del quartiere San Filippo Neri, meglio conosciuto come ZEN. La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Palermo, su delega della Procura della Repubblica, ha eseguito un sequestro preventivo per equivalente da 1.208.967 euro nei confronti di un imprenditore e della sua impresa operante nel settore edile.
Il provvedimento, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, è il risultato di un’articolata indagine condotta dalla Compagnia di Partinico. L’inchiesta ha preso avvio da alcune anomalie tributarie che avevano fatto scattare una verifica fiscale nei confronti della società.
Opere mai completate e crediti fiscali fantasma
Il focus delle indagini riguarda i lavori di ristrutturazione edilizia richiesti nell’ambito del Bonus Facciate, l’agevolazione fiscale che consente una detrazione del 90%. Cinque condomini del quartiere ZEN, secondo quanto accertato dai finanzieri, avevano affidato all’imprenditore in questione opere mai realmente concluse.
Nonostante la documentazione presentata attestasse l’avvio dei cantieri, numerosi residenti hanno denunciato che i lavori si sarebbero fermati poco dopo l’inizio, o in alcuni casi non sarebbero mai partiti. Ciò ha permesso comunque al soggetto indagato di maturare fittizi crediti d’imposta, parte dei quali sono stati ceduti a terzi in buona fede, mentre la restante parte sarebbe stata utilizzata per compensare debiti tributari personali, attraverso modelli F24 falsamente compilati.
La ricostruzione delle Fiamme Gialle
Le Fiamme Gialle hanno ricostruito l’intero schema illecito tramite l’analisi di documenti contabili e l’acquisizione di atti presso uffici pubblici, istituti bancari e soggetti privati. Il meccanismo era ben rodato: bastava simulare l’avvio delle ristrutturazioni, trasmettere i documenti ai portali ministeriali preposti e acquisire il relativo credito d’imposta. Il tutto senza completare – o neppure iniziare – gli interventi.
Bloccati beni e crediti fiscali
Il sequestro ha colpito tutto ciò che poteva essere riconducibile all’impresa e al suo titolare: crediti fiscali ancora attivi nel cassetto fiscale, beni mobili registrati, quote societarie e disponibilità finanziarie. Un intervento necessario – spiegano gli inquirenti – per evitare ulteriori danni all’Erario.
L’inchiesta si inserisce nel più ampio filone delle frodi legate ai bonus edilizi, che negli ultimi anni hanno generato un enorme allarme sociale e contabile, compromettendo i conti pubblici e sfruttando un sistema nato per rilanciare l’economia post-pandemia.
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