
Rinunci alla pensione? Ti farciamo di soldi | Da oggi italiani chiamati a votare: soldi sicuri o pensioncina misera
Pensione (Pixabay) Sicilianews24
Potenziali ottime notizie per alcune categorie di lavoratori in Italia, rinunciando ad andare in pensione il vantaggio è gigante.
Il sistema pensionistico si basa principalmente su un modello contributivo, ovvero le pensioni vengono calcolate in base ai contributi versati dal lavoratore durante la sua carriera. Questo differisce dal precedente sistema retributivo, dove l’importo della pensione era legato agli ultimi stipendi percepiti. La transizione da un sistema all’altro è stata gradualei.
La gestione delle pensioni è affidata principalmente all’INPS, l’ente pubblico che raccoglie i contributi e eroga le prestazioni. Esistono diverse tipologie di pensione, tra cui la pensione di vecchiaia, che richiede un’età minima (attualmente 67 anni) e un requisito contributivo (almeno 20 anni).
Un aspetto cruciale del sistema è il principio di ripartizione: i contributi versati dai lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni di chi è già in quiescenza. Questo rende il sistema vulnerabile ai cambiamenti demografici, come l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione delle nascite.
Per affrontare queste sfide, sono state introdotte diverse misure, come l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita e l’introduzione di strumenti di flessibilità in uscita, come “Quota 103” o “Opzione Donna”, che permettono di andare in pensione con requisiti specifici. L’obiettivo è garantire la sostenibilità del sistema nel lungo periodo.
Pensione anticipata e Quota 100
La pensione anticipata è una delle possibilità previste dal sistema pensionistico per lasciare il lavoro prima del raggiungimento dell’età anagrafica ordinaria per la pensione di vecchiaia. I requisiti per accedervi variano a seconda delle diverse opzioni disponibili, come la pensione anticipata ordinaria (che richiede un certo numero di anni di contributi) o altre formule di flessibilità in uscita.
Tra le misure di flessibilità, un ruolo importante è stato ricoperto da Quota 100, introdotta nel periodo 2019-2021. Questa formula permetteva di andare in pensione al raggiungimento di almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi. Quota 100 era una misura sperimentale e non è più in vigore, sostituita da altre opzioni come Quota 103.
Incentivi per chi non va in pensione
Per incentivare chi avesse maturato, entro il 31 dicembre 2025, i requisiti per la pensione anticipata flessibile o ordinaria, l’INPS ha aggiornato il cosiddetto “bonus Giorgetti”, precedentemente bonus Maroni. La novità principale è l’estensione della platea: ora possono accedervi anche coloro che raggiungono pensione anticipata basata esclusivamente sui contributi.
Il bonus consiste in un’esenzione contributiva che viene riconosciuta come maggiorazione in busta paga, circa il 10% della retribuzione imponibile, senza effetti fiscali o contributivi. Tuttavia, ridurre i versamenti attuali significa potenzialmente ottenere una pensione futura più bassa. La scelta richiede quindi un’attenta valutazione fra immediato beneficio e l’impatto a lungo termine.
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