#Tanomattinale 5 marzo 2022: Guerra in Ucraina: dalle 8 italiane è cessate il fuoco per i “corridoi umanitari”; russi verso una seconda centrale nucleare, terrore nel mondo; Zelensky non è scappato; il Washington Post e le armi Usa all’Ucraina; l’editto di Putin contro la stampa; omaggio a Pasolini
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#Tanomattinale 5 marzo 2022: Guerra in Ucraina: dalle 8 italiane è cessate il fuoco per i “corridoi umanitari”; russi verso una seconda centrale nucleare, terrore nel mondo; Zelensky non è scappato; il Washington Post e le armi Usa all’Ucraina; l’editto di Putin contro la stampa; omaggio a Pasolini

Amici e amiche del #Tanomattinale buon sabato.

Guerra Russia-Ucraina, giorno 10. Apro oggi con una notizia dell’ultima ora che possiamo considerare buona, per quello che può esserlo in un contesto tanto drammatico. Fonte TASS, agenzia di stampa russa, tradotta dall’inglese: “La parte russa annuncia un cessate il fuoco e apre corridoi umanitari per l’uscita dei residenti di Mariupol e Volnovakha, ha riferito sabato il ministero della Difesa russo. “Oggi, 5 marzo, viene annunciato un cessate il fuoco dalle 10:00 ora di Mosca (le 8 in Italia, n.d.r.) e vengono aperti corridoi umanitari per l’uscita dei civili da Mariupol e Volnovakha”, ha affermato il ministero. I corridoi umanitari e le vie di uscita sono stati concordati con la parte ucraina, ha specificato”.Cessate il fuoco e tregua umanitaria, dunque, almeno in alcune zone del teatro di guerra. Ma le altre notizie non lasciano spazio all’ ottimismo, anzi.

Secondo l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield, che non ha nominato l’impianto, le forze russe si stanno avvicinando alla centrale nucleare più grande dell’Ucraina dopo quella di Zaporizhzhia.

“Sono a 20 miglia”, le sue parole riportate dalla Cnn. Ha poi spiegato Energoatom, l’organismo di supervisione delle centrali nucleari ucraine, che il secondo impianto nucleare più grande del paese, in termini di capacità di generazione di energia, è quello di Yuzhnoukrainsk nell’oblast di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, composto da 4 reattori. Dunque dopo la conquista del sito di Zaporizhzhia, con l’Aiea (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) che ha assicurato che non si è registrata “alcuna fuoriuscita di radiazioni”, è ormai chiara per molti esperti la strategia di Mosca di assicurarsi il controllo dei centri che garantiscono la fornitura di elettricità all’intero Paese. La sola centrale di Zaporizhzhia, infatti, garantisce il 40% della produzione di energia elettrica dell’intera Ucraina. Una strategia che, nonostante tutte le rassicurazioni della NATO e dei suoi Stati più importanti di non intervento diretto, oltre a terrorizzare il mondo ancora memore di Chernobyl mette molto a rischio la pace: come ha ben spiegato ieri sera a Linea Notte del TG3 la grande Giovanna Botteri, anche l’attacco alle centrali nucleari ucraine spaventosamente pericoloso per tutti i popoli europei e non solo, con una interpretazione estensiva ma sostanzialmente corretta potrebbe essere considerato un attacco a tutti i Paesi Nato, tanto che c’è già chi chiede l’invio dei caschi blu ONU per proteggere le centrali stesse, Lunedì se ne parlerà al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nuovamente convocato d’urgenza per parlare di questo e dei corridoi umanitari. Staremo a vedere, con il fiato sospeso.E ora le parole del presidente ucraino, dato continuamente in fuga all’estero.

«Ogni due giorni dicono che sono scappato dall’Ucraina, da Kiev; ma, lo vedete, io sono qua, al mio posto. Non credete alle fake news». In un video su Instagram il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky ha contraddetto fonti russe secondo le quali sarebbe fuggito dal Paese per rifugiarsi in Polonia. «Nessuno è scappato da nessuna parte, stiamo lavorando», ha aggiunto Zelensky.Altra notizia fresca e inquietante, anche se in realtà non desta sorpresa, rilanciata stamattina dall’ANSA con un flash delle 6,01. Il Washington Post citando alcuni documenti riservati contenenti l’elenco delle consegne effettuate, ha riportato che Gli Stati Uniti avrebbero iniziato ad armare l’Ucraina già agli inizi di dicembre, fornendo armi e attrezzature utili per il combattimento in aree urbane.

Nell’ultima settimana le consegne sono aumentate, e includono per la prima volta i missili Stinger. E il New York Times scrive anche che gli Stati Uniti hanno già consegnato circa il 70% delle armi previste nel pacchetto da 350 milioni di dollari approvato da Joe Biden per aiutare l’Ucraina; armi arrivate in Polonia e in Romania e poi spedite, via terra, nell’Ucraina occidentale per essere distribuite su tutto il territorio. Non è guerra dichiarata, ma lo è nella sostanza, non giriamoci intorno. E a proposito di stampa e soprattutto di censura, mi sembra estremamente interessante e illuminante riportare integralmente, ancora tradotta dall’inglese dalla TASS, la notizia sulla nuove, durissime disposizioni decise dal Cremlino: “Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge sulla responsabilità penale per false informazioni sulle forze armate russe, secondo la dichiarazione pubblicata sul sito del Cremlino. L’iniziativa è stata presa in considerazione e approvata dalla Duma di Stato e dal Consiglio della Federazione (la camera bassa e alta del parlamento russo) all’inizio della giornata. Il codice penale russo è aggiornato con l’articolo 207.3 “Divulgazione pubblica di informazioni deliberatamente false sull’uso delle forze armate della Federazione Russa”, che prevede la reclusione fino a tre anni o una multa fino a 1,5 milioni di rubli. Il reato è punito con la reclusione fino a 10 anni o con la multa di fino a 5 milioni di rubli. A condizione che la falsa informazione comporti gravi conseguenze, la reclusione sarà da dieci a 15 anni. Il presidente della Duma Vyacheslav Volodin ha affermato alla sessione della camera bassa che le leggi sono necessarie per ricevere informazioni imparziali al fine di “proteggere i cittadini e il Paese dalle bugie che, prima di tutto, fluiscono attraverso quelle risorse informative che sono influenzate dall’estero”.

E’ ovviamente la loro versione, ancora più ovviamente di parte e propagandistica: la norma, aggiunta al bavaglio ai social, ha già ottenuto l’effetto di fare andare via la BBC da Mosca. Chiudo con la memoria: cento anni fa nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini, grande intellettuale scomodo, tra i più grandi del Novecento. Se volete leggere una cosa bellissima su di lui, molto attuale e originale anche se datata mezzo secolo fa, consiglio anche a voi la meravigliosa intervista che gli fece nel 1972 sul giornale L’Ora Mario Farinella. Una memorabile pagina di giornalismo che potete trovare sulla pagina Facebook “L’Ora edizione straordinaria”. E’ tutto, buona giornata

Le foto dal web: la prima fonte TASS, l’ultima meravigliosa di Pasolini nella redazione de L’Ora del grandissimo Nicola Scafidi.

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