
Morte di Simona Cinà, la Procura precisa “trovati alcolici, ragazzi collaborativi”
Emergono nuovi dettagli sulla morte di Simona Cinà, la ventenne pallavolista trovata senza vita in una piscina durante una festa privata in una villa di Bagheria nella notte tra l’1 e il 2 agosto. In una nota ufficiale, la Procura di Termini Imerese ha fornito un aggiornamento sullo stato delle indagini, smentendo alcune affermazioni rilasciate dalla famiglia della ragazza.
Sequestrate bottiglie di alcolici
Contrariamente a quanto sostenuto dai familiari, i magistrati hanno chiarito che nei pressi del bancone adibito a bar sono stati rinvenuti e sequestrati bicchieri e bottiglie di alcolici, documentati fotograficamente dalle forze dell’ordine. “La presenza di tali oggetti – si legge nella nota – conferma quanto affermato dai partecipanti alla festa sin dalle prime ore successive al fatto”.
La Procura ha inoltre definito «assolutamente infondata» l’informazione secondo cui nella zona adiacente alla piscina non vi fossero elementi che lasciassero pensare alla presenza di una festa.
Ricostruzione della notte tragica
Secondo le prime risultanze investigative, il corpo di Simona è stato rinvenuto intorno alle ore 4 da alcuni tra gli ultimi partecipanti ancora presenti alla festa. La giovane giaceva esanime sul fondo della piscina, in un angolo poco illuminato, lontano dalla consolle musicale e dal bar. Almeno due ragazzi si sarebbero subito tuffati per recuperarla e avrebbero tentato le manovre di rianimazione in attesa dell’arrivo del 118. I soccorritori, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso alle ore 5.
Vestiti sequestrati e collaborazione degli ospiti
In merito alla denuncia, da parte della famiglia, della presunta scomparsa degli indumenti della ragazza, la Procura ha precisato che gli stessi sono stati regolarmente sequestrati dai carabinieri. “Tutti i ragazzi sentiti come persone informate sui fatti hanno mostrato un comportamento collaborativo”, fanno sapere i magistrati.
La piscina dove è stata ritrovata la giovane
Le parole della famiglia Cinà
Ieri il padre di Simona aveva dichiarato che, all’arrivo della famiglia nella villa, “non c’erano segni evidenti della festa: solo bottiglie d’acqua, piscina pulita, musica ancora alta, e nessuno ha pensato di avvisarci”. La sorella gemella, Roberta, aveva espresso sconcerto per la sparizione dei vestiti e raccontato che gli altri ragazzi “ci hanno detto che l’hanno ritrovata solo mentre stavano pulendo la piscina. Ma noi siamo arrivati che la festa non era affatto finita”.
L’appello della Procura
La Procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, ha ribadito che «non vi sono al momento elementi per ritenere che la scena del ritrovamento sia stata alterata». L’autopsia, inizialmente prevista per oggi, è slittata a giovedì 7 agosto.
Nel concludere la nota, i magistrati si rivolgono con fermezza ai media e all’opinione pubblica: “Questo ufficio auspica che non vengano più diffuse informazioni non veritiere, così da concentrare ogni energia sull’accertamento della verità e sul rispetto del dolore della famiglia”. Ai familiari della giovane, la Procura ha espresso le “più sentite e profonde condoglianze”.
Giovedì l’autopsia al Policlinico di Palermo
L’autopsia sul corpo di Simona Cinà sarà effettuata giovedì all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Già domani sera saranno fatte le analisi radiologiche sul corpo.
L’esame autoptico dovrebbe chiarire se la ragazza sia deceduta per un malore e annegata o se siano altre le cause della morte. La procura indaga per omicidio colposo, al momento ancora a carico di ignoti. Diverse le ipotesi avanzate dai magistrati: non si esclude il malore o un incidente.
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