“Lavoratori, prendete ben 4.116 euro in più in busta paga”: passato il ‘decreto’ | Mai visto un aumento simile
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“Lavoratori, prendete ben 4.116 euro in più in busta paga”: passato il ‘decreto’ | Mai visto un aumento simile

Ritorna la scala mobile, che prevede un aumento automatico degli stipendi fino al 5% per i contratti non rinnovati

Dopo oltre tre decenni dalla sua abolizione, il meccanismo della scala mobile torna a entrare nel dibattito economico italiano. La bozza della legge di bilancio 2025 prevede infatti un sistema di adeguamento automatico delle buste paga all’inflazione per i contratti collettivi scaduti da oltre due anni. Questo strumento riprende un principio storico: legare la crescita salariale all’andamento dei prezzi al consumo per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori.

A differenza del passato, l’adeguamento non sarà illimitato ma avrà un tetto massimo del 5% annuo, con decorrenza fissata al 1° gennaio 2026. La misura riguarda tutti i dipendenti con contratti non rinnovati entro due anni dalla scadenza naturale, garantendo loro un incremento automatico della retribuzione anche in assenza di un accordo tra le parti sociali. L’obiettivo è evitare lunghe trattative ferme e compensare il rallentamento dell’adeguamento salariale.

Per sostenere l’iniziativa, il governo ha previsto due miliardi di euro per il triennio 2026-2028, destinati alla detassazione degli aumenti contrattuali. Questa scelta mira a stimolare le trattative tra sindacati e associazioni datoriali, favorendo il rinnovo dei contratti e riducendo i periodi di blocco salariale, che negli ultimi anni hanno penalizzato il reddito reale dei lavoratori.

Una delle novità più rilevanti riguarda il settore privato, dove fino ad oggi gli arretrati venivano riconosciuti solo dalla data di firma del nuovo contratto. Dal 2026, ogni rinnovo contrattuale dovrà includere gli aumenti maturati a partire dalla scadenza del contratto precedente, assicurando così un pagamento retroattivo. Questo rappresenta una vera rivoluzione rispetto alle pratiche consolidate nel comparto privato.

Obiettivi della riforma

La misura ha un duplice scopo: da un lato incentivare sindacati e datori di lavoro a concludere le trattative nei tempi previsti, dall’altro garantire ai lavoratori una copertura salariale piena, compensando le perdite di potere d’acquisto accumulate durante i lunghi periodi senza rinnovo. Si tratta di un tentativo di protezione economica mirata senza intervenire in modo generalizzato su tutti i salari.

Le forze di opposizione non sono rimaste a guardare. Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato il disegno di legge “Sblocca stipendi”, che propone un aggancio automatico di tutte le retribuzioni all’inflazione reale senza limiti percentuali. La proposta prevede anche un aumento dell’imposta sulle plusvalenze azionarie per finanziare gli aumenti nel settore pubblico, con l’obiettivo di restituire potere d’acquisto ai lavoratori e ridurre le disuguaglianze.

Aumenti per i lavoratori dipendenti – fonte pexels – Sicilianews24.it

Stime sugli incrementi salariali

Secondo i promotori dell’iniziativa, i lavoratori con redditi fino a 20mila euro percepirebbero 125 euro in più al mese, quelli fino a 28mila euro vedrebbero crescere lo stipendio di 275 euro mensili, mentre per redditi fino a 55mila euro l’aumento sarebbe di 343 euro che in un anno sono 4.116 euro. Cifre significativamente superiori rispetto ai benefici previsti dal governo, evidenziando la richiesta di un intervento più incisivo.

Il governo punta a proteggere il potere d’acquisto senza riaccendere la spirale inflazionistica degli anni Ottanta. Il limite del 5% annuo e l’applicazione condizionata del meccanismo rappresentano accorgimenti volti a evitare un circolo vizioso tra salari e prezzi. Resta però da capire se questa soluzione di compromesso riuscirà a tutelare i lavoratori senza creare nuove tensioni sull’economia, o se il ritorno della scala mobile diventerà un’arma a doppio taglio per il Paese.

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