Il Palermo Pride 2025 torna il 21 giugno con il claim “Le vostre guerre non sono le nostre lotte”
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Il Palermo Pride 2025 torna il 21 giugno con il claim “Le vostre guerre non sono le nostre lotte”

I nostri Pride sono lotte di liberazione per tuttə o non sono. In un tempo segnato dalla corsa al riarmo, dalla normalizzazione della guerra come orizzonte politico ed economico, in cui anche l’Unione Europea rinuncia ai principi di pacifismo dalle cui idee è nata, dalla richiesta continua di schierarsi, arruolarsi, sacrificarsi, noi ribadiamo che le guerre, i conflitti di morte e distruzione in tutto il mondo, non sono le nostre lotte.

Denunciamo da sempre il genocidio israeliano a Gaza e in tutta la Palestina, l’invasione Russa in Ucraina fin dal 2014, le politiche espansionistiche degli Stati Uniti che adesso minacciano esplicitamente la sovranità dei Paesi confinanti e non. Perché non esiste nessuna libertà sotto le bombe, non esistono uguaglianza, visibilità, libertà di essere se stessə, nei contesti di guerra: chiudere gli occhi e non denunciare le atrocità in atto significa esserne complici.

I Pride e le lotte di liberazione sono nati e si alimentano del desiderio di visibilità, emancipazione e liberazione sessuale delle persone LGBTQIA+ e generano la nostra rivolta contro le oppressioni e le discriminazioni sessuali, di genere, sociali, economiche, abiliste, la violenza sistemica, le ingiustizie. È questo il senso del Pride: riconoscere che quelle oppressioni e discriminazioni hanno una matrice comune (capitalista e patriarcale) e si raXorzano tutte le une con le altre, che le lotte di liberazione della comunità LGBTQIA+ non possono separarsi da quelle per la giustizia sociale, per il disarmo, per una società transfemminista, antifascista, antiabilista, antirazzista, antispecista, per la dignità del lavoro e delle relazioni. Non c’è giustizia per nessunə in un mondo dove si investe in armi e si bombardano scuole, ospedali, territori, né in un’Italia dove si taglia sulla sanità e sull’istruzione, si attaccano i nostri diritti e si restringono gli spazi di libertà, con provvedimenti come la GPA “reato universale”, i continui ostacoli alle famiglie arcobaleno e alle persone trans, o il nuovo Decreto sicurezza, che dietro il pretesto di proteggere e tutelare in realtà raXorza tutte le disuguaglianze e le oppressioni, in un disegno maschilista, discriminatorio, autoritario.

È per questo che vogliamo dire che non esiste giustizia nei territori occupati, non esistono Pride, alleanze, vicinanze alle lotte della comunità LGBTQIA+, nel genocidio e nell’occupazione di Israele, nelle oppressioni, nei regimi che li portano avanti e in quelli che li sostengono: perché non c’è libertà anche con le unioni civili, anche con il matrimonio, anche con le adozioni, se si continua a uccidere, trucidare, discriminare, segregare, occupare, e a sostenere tutte queste nefandezze.

Perché le lotte di liberazione della comunità LGBTQIA+ sono e saranno sempre lotte di uguaglianza, di diritti per tuttə, di distruzione della violenza maschile contro le donne e tutte le soggettività non maschili cisetero, e non saranno mai una piccola rivendicazione di parte che chiude gli occhi di fronte alle ingiustizie che ci circondano. Perché, come abbiamo scritto nel 2023, rifiutiamo le guerre ma non rifiutiamo il conflitto, non rifiutiamo ma accogliamo e rivendichiamo il nostro essere divisivə, contro un mondo e un Governo che ci vogliono silenti e incravattati e ci avranno visibili e indecorosə!

Le nostre lotte non sono le loro guerre perché le nostre lotte sono mosse dal nostro desiderio: desideriamo che vengano riconosciute tutte le possibili modalità familiari e quindi non riteniamo suXiciente il matrimonio egualitario, le adozioni, il riconoscimento dellə figliə alla nascita, l’accesso libero e facilitato alle tecniche di procreazione assistita, ma pretendiamo una riforma complessiva del diritto di famiglia; desideriamo il riconoscimento dei percorsi di aXermazione di genere di tutte le persone trans che non siano patologizzanti e una sanità pubblica che sappia prendersene cura; desideriamo un lavoro sicuro, dignitoso e stabile per tuttə; desideriamo che lo Stato sia capace di prendersi cura di tuttə attraverso un Sistema Sanitario Pubblico eXiciente, accessibile e gratuito; desideriamo un mondo davvero accessibile per tuttə, capace di prendersi attivamente cura di tutte le persone con disabilità; desideriamo un mondo in cui la nostra visibilità sia una splendida occasione di gioia, euforia e lotta costante per un mondo migliore; per tutto questo desideriamo che in tutte le scuole siano presenti programmi di educazione sessuale, all’aXettività e al consenso.

Le nostre lotte sono segnate, al contrario delle loro guerre portatrici di morti e oppressioni, dal desiderio enorme di manifestare gioia, euforia e orgoglio, di attraversare le strade della nostra città dandogli un nuovo colore, una nuova vita, un nuovo significato. Desideriamo che quelle strade che ogni giorno sono uno dei luoghi dove viviamo di più le discriminazioni, dove i nostri corpi e i nostri desideri non hanno un posto, vengano ribaltate, ripensate, risignificate. Non solo perché le attraversiamo e le rendiamo più accoglienti, più accessibili e più sicure per tuttə, ma perché dentro il nostro attraversamento c’è una comunità che desidera liberazione, che si vuole bene, che non dimentica le proprie complicità e contiguità con il sistema violento e maschilista, ma che in un atto di cura e responsabilità decide di agire per riconoscerle e contrastarle.

A pochi giorni dalla scomparsa di Gino Campanella, questo Palermo Pride 2025 sarà profondamente e inevitabilmente dedicato alla sua memoria. Figura politica, pubblica e privata, Gino ha ispirato generazioni, dando linfa vitale alle nostre lotte e rivendicazioni insegnandoci, nella pratica quotidiana, a trasformare i desideri individuali in un cammino collettivo per la libertà e l’uguaglianza. Sarà un Palermo Pride che si solleva nel ricordo vivo di Rosy Castellese, Luigi Carollo e Gino Campanella. Le loro vite, intrecciate alla storia del movimento, ci indicano la direzione.

La dichiarazione del sindaco Roberto Lagalla

“Ho sempre sostenuto che un sindaco debba essere sindaco di tutti e che un’amministrazione deve tenere conto di tutte le sensibilità e di tutte le identità presenti nella propria comunità. Per queste ragioni, anche quest’anno il Comune accoglie la manifestazione del Pride e lo fa convinto del fatto che la difesa di tutti i diritti sia elemento imprescindibile. Inoltre, in merito alla recente sentenza della Corte Costituzionale sulle famiglie omogenitoriali, ho già scritto nei giorni scorsi agli uffici competenti del Comune di analizzare il provvedimento e di verificarne le modalità di applicazione”.

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