FED: “La nuova sezione Editoria del Fondo Sicilia è un passo avanti, ma serve una visione culturale di lungo periodo”
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FED: “La nuova sezione Editoria del Fondo Sicilia è un passo avanti, ma serve una visione culturale di lungo periodo”

Biagio Semilia

La Federazione degli Editori Digitali (FED), che rappresenta le imprese editoriali siciliane operanti nell’informazione online, nella radiodiffusione locale e nel digitale terrestre — con 2,7 milioni di utenti giornalieri serviti, 2,46 miliardi di interazioni annue e oltre 250 canali social attivi — accoglie con favore la decisione del Governo regionale di istituire, nell’ambito del Fondo Sicilia, una nuova sezione dedicata all’editoria.

Secondo la FED, si tratta di un segnale di attenzione importante verso un comparto che, più di altri, contribuisce ogni giorno alla tenuta democratica, alla coesione sociale e alla partecipazione civica della Regione.

“In una stagione segnata dalla sovrabbondanza di fonti e dalla circolazione di contenuti non verificati”, sottolinea Biagio Semilia, presidente della Federazione, “l’informazione professionale e indipendente resta un bene pubblico essenziale. Sostenere le imprese editoriali significa rafforzare il diritto dei cittadini a un’informazione affidabile e promuovere una cultura basata sulla trasparenza, la responsabilità e la conoscenza condivisa”.

La misura proposta dalla Regione, di natura de minimis, offre una prima risposta concreta alle difficoltà economiche del settore e riconosce il ruolo degli operatori che garantiscono quotidianamente informazione di qualità. Tuttavia, la FED invita a superare il vincolo del de minimis per alcune linee strategiche — come formazione, alfabetizzazione mediatica, cooperazione tra testate e promozione culturale — poiché si tratta di interventi che generano valore civile e collettivo.

“Non possiamo ridurre l’informazione a un capitolo di spesa o a un semplice aiuto economico», aggiunge Semilia. «Serve una politica che la riconosca come infrastruttura civile e culturale, indispensabile alla crescita democratica della Sicilia”.

Dalla logica del sostegno economico a una visione culturale e sociale

Per la Federazione, la vera sfida oggi non è solo la crisi economica delle imprese, ma la crisi culturale e sociale dell’informazione. L’evoluzione tecnologica e l’impatto dell’intelligenza artificiale stanno modificando profondamente le modalità di accesso e fruizione delle notizie, mentre le piattaforme globali disintermediano il rapporto tra giornale e lettore.

Sempre più cittadini, in particolare i giovani e le fasce sociali più fragili, si allontanano dalle fonti professionali, rinunciando di fatto a uno strumento di partecipazione democratica.

“È su questo terreno che si gioca la partita decisiva per la Regione Siciliana”, afferma Semilia. “Dobbiamo tutelare e ricostruire la cultura dell’informazione come presidio di cittadinanza e coesione sociale”.

Il ruolo dell’IRFIS e la prospettiva di lungo periodo

La FED riconosce l’importanza degli interventi realizzati tramite IRFIS, soprattutto durante e dopo l’emergenza Covid, che hanno rappresentato un primo modello di sostegno tempestivo. Tuttavia, la Federazione invita a trasformare quella logica emergenziale in una strategia strutturale di medio-lungo periodo, che punti su sviluppo, innovazione e alfabetizzazione informativa.

Viene inoltre apprezzato il lavoro dell’Assessorato all’Economia, che negli ultimi bandi ha introdotto criteri di valutazione moderni — come la presenza sui social, il numero di utenti serviti, il tempo di permanenza e il tasso di interazione — indicatori che, secondo la FED, devono diventare parametri permanenti di qualificazione delle imprese editoriali.

Criticità e proposte operative

Tra le criticità evidenziate dalla Federazione:

1. una dotazione finanziaria che rischia di concentrarsi su un numero ristretto di imprese;
2. l’assenza di una dimensione formativa e culturale;
3. la mancanza di un approccio intersettoriale tra editoria digitale, radio e televisioni locali;
4. la debolezza dei presidi informativi nei territori più svantaggiati.

Per affrontare queste sfide, la FED propone:

l’integrazione della sezione “Editoria” del Fondo Sicilia con una linea specifica per la cultura dell’informazione;
un canale sperimentale per start-up e media emergenti;
il sostegno ad aggregazioni editoriali multi-canale e multi-piattaforma, con premialità per reti e consorzi;
l’individuazione di strumenti compatibili con la normativa europea per superare, in parte, i limiti del regime de minimis;
una collaborazione strutturata tra sistema informativo e istituzioni regionali, in particolare con gli Assessorati all’Economia, alle Attività Produttive, al Turismo e alla Cultura.

Informazione come bene collettivo

In conclusione, la Federazione degli Editori Digitali considera la nascita della nuova sezione “Editoria” un passo avanti decisivo nel riconoscimento del valore economico del settore, ma invita a guardare oltre.

“L’informazione non è solo un comparto produttivo – dichiara Semilia – è un bene collettivo, uno spazio di cittadinanza e una forma di educazione permanente. Sostenere l’editoria significa formare cittadini consapevoli, contrastare le disuguaglianze culturali e costruire una Sicilia più informata e democratica”.

Secondo la FED, solo in questa prospettiva l’investimento economico potrà trasformarsi in una politica pubblica duratura e generativa, capace di rendere l’informazione siciliana un motore di sviluppo civile, culturale ed economico per l’intera comunità regionale.

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