
Droga e cellulari dentro il carcere Pagliarelli, conivolti agenti della Penitenziaria
Dodici misure cautelari, di cui sette a carico di persone già detenute, sono state eseguite dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo in collaborazione con la Polizia Penitenziaria del capoluogo siciliano e di Padova, nell’ambito di una vasta indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Le accuse vanno dalla corruzione all’associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, fino all’introduzione illecita di dispositivi di comunicazione all’interno del carcere.
L’operazione è il frutto di mesi di indagini condotte tra settembre 2023 e aprile 2024, che hanno fatto emergere un sistema criminale radicato all’interno del carcere Pagliarelli. Il blitz ha coinvolto anche alcuni agenti della polizia penitenziaria, accusati di aver favorito l’ingresso di droga e cellulari nel penitenziario.
Secondo gli inquirenti, il sodalizio criminale avrebbe utilizzato diverse modalità per introdurre il materiale illecito all’interno del carcere, sfruttando familiari durante i colloqui, detenuti con accesso al lavoro esterno o trasferiti da altri istituti, e l’aiuto di agenti corrotti. Il tutto per alimentare un mercato interno estremamente redditizio: i dispositivi e le sostanze venivano venduti a prezzi anche dieci volte superiori rispetto a quelli del mercato esterno.
Durante le attività investigative, sono stati sequestrati 56 micro cellulari, 25 smartphone, 20 sim card e oltre un chilo di sostanze stupefacenti, tra cocaina, crack, hashish e marijuana. Le perquisizioni domiciliari hanno portato al rinvenimento di altri cinque chili tra cocaina e crack, quasi 10.000 euro in contanti e munizioni per pistola. In un’ulteriore operazione a Palermo sono state trovate 120 dosi tra hashish e marijuana e altri 1.200 euro.
Gli investigatori parlano di un vero e proprio sistema di potere interno al carcere, basato su minacce, pestaggi e atti di violenza, favorito da complicità e omissioni tra alcuni agenti. Tale sistema avrebbe generato un clima di pericolo per i colleghi onesti e per i detenuti più vulnerabili, spesso costretti a fungere da corrieri contro la loro volontà.
Le indagini proseguono: al momento gli indagati sono in totale 44, tra cui anche nomi noti nel panorama musicale neomelodico. La magistratura continua a scavare per accertare ogni responsabilità e ricostruire l’intero intreccio criminale all’interno dell’istituto penitenziario.
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