Dichiarazione dei redditi, “Avete ‘l’obbligo’ di segnalare questa spesa”: se non lo fate parte la sanzione durissima
Modello 730/2025, la documentazione necessaria: dichiarare le spese è un obbligo, ma anche un vantaggio
Ogni anno milioni di contribuenti sono chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi, e il modello 730/2025 – riferito ai redditi del 2024 – è lo strumento più utilizzato da lavoratori e pensionati. Oltre ai redditi percepiti, è fondamentale dichiarare anche le spese sostenute nel corso dell’anno, poiché da esse dipende la possibilità di ottenere detrazioni e deduzioni fiscali. Documentare correttamente le uscite significa quindi rispettare la legge e, allo stesso tempo, ridurre l’imposta dovuta.
Il fisco richiede di comunicare tutte le spese che hanno rilevanza ai fini fiscali, dalle più comuni – come quelle sanitarie e per l’istruzione – fino agli interventi edilizi e ai contributi previdenziali. Ogni spesa, se debitamente documentata, può contribuire ad abbattere il reddito imponibile o generare un credito d’imposta. È dunque necessario conservare fatture, ricevute e bonifici, che rappresentano la prova dell’effettivo pagamento.
Uno dei punti cardine della normativa riguarda la tracciabilità delle spese. Dal 2020, infatti, la detraibilità è garantita solo se il pagamento avviene con mezzi tracciabili, come bonifico, bancomat o carta di credito. Fanno eccezione solo alcune spese mediche effettuate presso strutture pubbliche o convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. La mancata tracciabilità, anche in presenza di una fattura regolare, comporta la perdita del beneficio fiscale.
Tra le voci più comuni da dichiarare rientrano le spese mediche, veterinarie e di assistenza, i costi per la scuola e l’università, le assicurazioni sulla vita e gli interessi sui mutui per l’abitazione principale. Anche le spese per ristrutturazioni edilizie, interventi di risparmio energetico, bonus mobili e bonus verde devono essere documentate. Dichiarare queste spese non è solo un obbligo, ma consente di ottenere importanti rimborsi in busta paga o sul cedolino della pensione.
Bonus edilizi e detrazioni per la casa
Grande attenzione meritano i bonus legati alla casa. Gli interventi di ristrutturazione, riqualificazione energetica e miglioramento antisismico – come il Superbonus o l’Ecobonus – prevedono detrazioni fino al 65% o più. Tuttavia, per usufruirne è indispensabile presentare una documentazione completa: fatture, bonifici, asseverazioni tecniche e comunicazioni inviate all’ENEA. Ogni dettaglio deve essere verificabile, pena la perdita dell’agevolazione.
Esistono poi spese meno comuni ma altrettanto importanti, come quelle per l’assistenza a persone non autosufficienti, le adozioni internazionali, l’acquisto di cani guida per non vedenti o le erogazioni liberali a enti religiosi, onlus e associazioni sportive. Anche in questi casi la detrazione dipende dalla presenza di una prova di pagamento tracciabile e da una ricevuta o attestazione che certifichi la finalità della spesa.
Compilazione 730 – fonte depositphotos – Sicilianews24.it
Sanzioni per le spese non dichiarate o dichiarate in modo errato
Omettere o dichiarare in modo scorretto le spese nel modello 730 può comportare conseguenze economiche significative. Le sanzioni dipendono dalla natura dell’irregolarità e dall’intenzione del contribuente: Omessa dichiarazione di spese che generano redditi imponibili (ad esempio rimborsi percepiti o agevolazioni indebite): comporta una sanzione dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. Indicazione di oneri o detrazioni non spettanti (come bonus casa o spese mediche senza adeguata documentazione): la sanzione varia tra il 90% e il 180% della maggiore imposta dovuta.
E ancora per la mancata tracciabilità dei pagamenti per spese che richiedono mezzi elettronici (bonifici, carte, ecc.): la spesa non è detraibile, con conseguente perdita del beneficio fiscale e possibile recupero dell’importo indebitamente detratto. Omissione di documentazione giustificativa (ricevute, fatture, attestazioni): anche in assenza di dolo, l’Agenzia delle Entrate può disconoscere la detrazione e richiedere il rimborso delle somme con sanzioni e interessi. Infine ci sono gli errori formali (ad esempio codici errati o importi non corrispondenti alle ricevute): di norma comportano solo la richiesta di rettifica, ma se influenzano il calcolo dell’imposta, scattano le sanzioni sopra indicate.
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