“C’è un’isola deserta proprio qui”: mare cristallino, sabbia bianchissima e paesaggio incontaminato | Sembra un sogno
Isole deserte, paradisi nascosti tra mare e natura selvaggia: un sogno che diventa realtà per gli amanti della quiete
In un mondo dominato da città affollate e tecnologie pervasive, l’idea di un’isola deserta sembra un sogno lontano, relegato a romanzi e film. Eppure, questi luoghi esistono davvero, sparsi in angoli remoti del pianeta, e rappresentano rifugi incontaminati dove la natura regna sovrana. Spiagge candide, acque cristalline e flora e fauna intatte offrono un’esperienza autentica e rigenerante per chi cerca quiete e connessione con l’ambiente.
Le Maldive ad esempio, nel cuore dell’Oceano Indiano, vantano migliaia di isole e atolli, ma solo 202 sono abitate. Le rimanenti rimangono deserte, spesso semplici banchi di sabbia immersi in lagune turchesi. Qui, mare e terra si fondono in un panorama da cartolina, con spiagge morbide e palme che ondeggiano al vento, regalando un contatto diretto con la natura incontaminata.
A trenta chilometri da Koh Samui, il Parco marino di Ang Thong ospita una quarantina di isole disabitate. Maestosi rilievi emergono dalle acque trasparenti, mentre la fauna locale è sorprendente: lontre, scimmie, tartarughe marine e una varietà di uccelli vivono indisturbati. Questo arcipelago rappresenta un ecosistema unico, ideale per chi ama esplorare la natura selvaggia lontano dal turismo di massa.
Sempre in Asia, Jaco Island è un microcosmo di sabbia, sole e mare cristallino, sacro per le popolazioni locali. Non lontano, l’atollo di Aldabra, nelle Seychelles, ospita centinaia di migliaia di tartarughe giganti e il dugongo, mammifero marino raro. Patrimonio UNESCO, Aldabra è un santuario naturalistico unico, dove la vita animale prospera senza interferenze umane.
Fenice e Tetepare: biodiversità senza confini
Le Isole della Fenice, nel Pacifico, e Tetepare, nelle Isole Salomon, rappresentano veri e propri paradisi di biodiversità. Sulle prime nidificano uccelli marini e tartarughe, mentre Tetepare custodisce sei specie di tartarughe, oltre 2.000 specie di pesci e un’ampia varietà di mammiferi, rettili e uccelli. Questi territori sono testimonianze preziose dell’equilibrio ecologico e dell’importanza di preservare la natura incontaminata.
Devon Island, nel Nunavut canadese, è l’isola disabitata più grande del mondo e ricorda Marte per clima e conformazione del suolo, con un gigantesco cratere d’impatto. Clipperton, invece, è un piccolo atollo francese del Pacifico, con un lago vulcanico al centro e colonie di uccelli che dominano la scena. Due esempi di come la natura possa creare ambienti estremi e affascinanti allo stesso tempo.
L’Isola di Surtsey – fonte pexels – Sicilianews24.it
Surtsey: la nascita di un’isola
L’Isola di Surtsey, al largo dell’Islanda, è emersa tra il 1963 e il 1967 grazie a un’eruzione vulcanica sottomarina. Ancora oggi rappresenta un laboratorio a cielo aperto per studiare la colonizzazione biologica e i processi vulcanici. La sua corazza di lava ha permesso di resistere all’erosione e di mantenere intatta la vita che lentamente l’ha popolata, rendendola patrimonio UNESCO.
A chiudere il viaggio troviamo Deception Island, nell’Antartico, con spiagge di sabbia nera, vulcani attivi e caldere spettacolari. Ex stazione baleniera, oggi è disabitata ma accoglie pinguini, leoni marini e turisti coraggiosi. Qui, la natura estrema e l’isolamento totale creano un panorama ultraterreno, un luogo dove il fascino del selvaggio si manifesta nella sua forma più pura..
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