
Catania, aggressione omofoba in un fast food: due giovani sottoposti a misura cautelare
Pestaggio ai danni di tre ragazzi per motivi legati all’orientamento sessuale. I fatti risalgono allo scorso aprile
Su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito, in data 30 luglio 2025, un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di due giovani: B.S., classe 2006, e P.C., classe 2004, già detenuto per altra causa. Il provvedimento, firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania il 28 luglio, scaturisce da un’indagine condotta dalla Squadra Mobile – III Sezione Investigativa “Reati contro la persona, sessuali e in pregiudizio di minori” – in relazione a un grave episodio di violenza avvenuto il 26 aprile scorso.
Secondo l’impostazione accusatoria, accolta dal GIP e ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria, i due indagati – insieme a un terzo soggetto minorenne, per il quale procede la Procura dei Minorenni – sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di violenza privata (tentata e consumata) e lesioni personali aggravate. Le aggravanti contestate riguardano l’utilizzo di armi, la partecipazione di un minore e la finalità di discriminazione per motivi di orientamento sessuale.
Un’aggressione brutale con chiaro movente omofobo
L’aggressione è avvenuta in un noto fast food di piazza Borsellino, nel cuore di Catania. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre aggressori, infastiditi da discorsi a sfondo omosessuale tra le vittime, avrebbero reagito con una violenza spropositata, colpendo i giovani con schiaffi, pugni, calci e persino lanciando sgabelli contro di loro.
Le vittime hanno riportato ferite con prognosi comprese tra i 7 e i 21 giorni. Determinante, secondo quanto emerso, è stato l’intervento tempestivo di una giovane presente nel locale, che ha spruzzato spray al peperoncino per interrompere l’assalto, rendendo l’ambiente irrespirabile. Provvidenziale anche l’azione di un operatore ecologico, il quale è riuscito a fermare uno degli aggressori proprio mentre si accingeva a colpire un ragazzo con un casco.
Indagini rapide e prove solide
L’indagine si è basata su metodi investigativi tradizionali, con il coordinamento della Procura e l’impegno della Squadra Mobile catanese. Le dichiarazioni delle vittime, i riscontri da parte di testimoni oculari, i riconoscimenti fotografici, l’analisi di immagini di videosorveglianza e l’esame di contenuti provenienti dai social network hanno consentito di tracciare un quadro indiziario ritenuto solido e coerente dagli inquirenti.
La matrice omofoba dell’aggressione è stata confermata anche dalle testimonianze delle persone coinvolte e dalle vittime stesse, le quali hanno descritto insulti e comportamenti chiaramente motivati da pregiudizi sull’orientamento sessuale.
Le misure cautelari
A conclusione delle formalità di rito, ai due indagati è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Catania, con l’ulteriore prescrizione di permanere nella propria abitazione nelle ore notturne, dalle 21:00 alle 06:30. Entrambi sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La Procura ha tenuto a ribadire che, pur a fronte dei gravi indizi raccolti, i soggetti coinvolti sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel rispetto del principio costituzionale di presunzione d’innocenza.
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