
Allarme Sicilia, “Non avvicinatevi al mare, l’animale gigante è a riva” | State lontani dalla spiaggia
Spiaggiamento dei cetacei in Sicilia, fenomeno in crescita: serve una rete regionale per la gestione e il recupero
In Sicilia esiste già una rete di intervento per affrontare i casi di spiaggiamento di cetacei, ma essa opera ancora in modo non formalizzato. Attualmente il coordinamento avviene su base volontaria tra enti locali, istituzioni scientifiche e forze dell’ordine, con l’obiettivo di gestire gli episodi di spiaggiamento lungo le coste isolane. Tuttavia, la mancanza di un riconoscimento giuridico e istituzionale limita l’efficacia degli interventi e impedisce l’integrazione della Sicilia nella Rete Nazionale Spiaggiamenti, attiva in Italia dal 2015.
Gli spiaggiamenti, soprattutto quando coinvolgono cetacei morti, possono rappresentare un pericolo per la sicurezza pubblica. I gas prodotti dalla decomposizione delle carcasse rendono l’aria irrespirabile e, in alcuni casi, le carcasse possono esplodere. Questi fenomeni richiedono interventi rapidi e strutturati, che oggi dipendono dall’iniziativa dei singoli enti locali e dai volontari, senza procedure uniformi o fondi dedicati.
Nonostante l’articolo 14 dello Statuto speciale della Regione Siciliana attribuisca alla Regione competenza esclusiva in materia di caccia, pesca e tutela della fauna, manca ancora una legge regionale organica che disciplini il recupero, la gestione e il monitoraggio degli spiaggiamenti di fauna marina protetta. Attualmente, gli operatori si affidano al Decreto Ministeriale del 25 luglio 2019, che aggiorna le linee guida nazionali, ma senza un recepimento regionale, le azioni restano frammentarie.
Per rafforzare le competenze degli operatori coinvolti, presso il CNR–IAS di Torretta Granitola si è svolto il primo corso di formazione interdisciplinare in Sicilia dedicato alla gestione degli spiaggiamenti. Biologi marini, veterinari, personale della Guardia Costiera e tecnici delle ASP hanno partecipato a sessioni teoriche e pratiche, inclusi esercizi di recupero delle carcasse e soccorso di cetacei vivi. L’iniziativa è stata promossa in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, l’Università di Padova e il CNR-IAS.
Il numero crescente di episodi
I dati recenti mostrano un aumento significativo degli spiaggiamenti. Solo nel 2024 si sono registrati 16 episodi, mentre nei primi nove mesi del 2025 ne sono già stati documentati 12 lungo i circa 1.600 chilometri di coste siciliane. Tra le possibili cause vi sono cambiamenti climatici, inquinamento acustico sottomarino, incidenti con eliche di imbarcazioni, attività di pesca e malattie.
Una delle criticità più rilevanti riguarda l’assenza di un finanziamento strutturale. Le spese di gestione, in particolare lo smaltimento delle carcasse, ricadono sui singoli Comuni, che spesso non dispongono delle risorse necessarie. Roberto Puleio, direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, ha sottolineato l’urgenza di una norma regionale che riconosca formalmente la rete e preveda un sostegno economico continuativo.
Cetaceo spiaggiato – fonte pexels – Sicilianews24.it
Il ruolo della prevenzione e della sicurezza
Gli esperti mettono in guardia anche contro i tentativi di soccorso improvvisati da cittadini o turisti, spesso mossi da buona volontà ma privi di formazione. Il veterinario Guido Pietroluongo dell’Università di Padova evidenzia come questi interventi possano mettere a rischio sia le persone sia i cetacei. È fondamentale affidarsi a personale qualificato e seguire protocolli standardizzati, riconosciuti a livello nazionale e internazionale.
I numeri e le criticità evidenziano la necessità di un’azione coordinata e strutturata. La Sicilia potrebbe beneficiare di una legge regionale dedicata, capace di integrare l’Isola nella Rete Nazionale Spiaggiamenti, garantendo risorse finanziarie stabili, formazione professionale e protocolli operativi univoci. Solo così sarà possibile affrontare in maniera efficace e sicura il fenomeno degli spiaggiamenti, tutelando sia la fauna marina sia la sicurezza dei cittadini.
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