
Addio alla banca n.1, 3.000 famiglie rimaste senza un soldo: disperazione alle stelle
La situazione di crisi economica e finanziaria globale non fa sconti neanche ai grandi istituti di credito. Cosa sta succedendo.
Una banca fallisce quando non riesce più a far fronte ai suoi obblighi finanziari, come la restituzione dei soldi ai clienti. Le cause principali possono essere la cattiva gestione dei prestiti, che non vengono rimborsati, investimenti ad alto rischio o frodi interne, che esauriscono la liquidità necessaria per la normale operatività.
La crisi di liquidità è il segnale d’allarme. A quel punto interviene la Banca d’Italia, l’autorità di controllo nazionale, che valuta la situazione e può avviare una procedura di liquidazione coatta amministrativa. Per evitare un impatto sistemico e tutelare i depositanti, l’autorità può anche optare per una “risoluzione” della banca.
A garanzia dei risparmiatori, interviene il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Questo consorzio privato, finanziato dalle banche aderenti, assicura la copertura dei conti correnti, conti di deposito e libretti fino a 100.000 euro per ogni depositante. In caso di fallimento, il rimborso avviene entro sette giorni lavorativi.
Se un correntista ha un saldo superiore a 100.000 euro, la parte eccedente non è protetta dal FITD. Tale importo viene considerato un credito verso la banca in crisi. Il suo recupero dipenderà dagli esiti della liquidazione degli asset della banca, secondo un ordine di priorità che penalizza azionisti e creditori subordinati.
Banche in crisi negli ultimi anni
Le banche hanno affrontato sfide significative negli ultimi anni. Un caso notevole è il fallimento della Silicon Valley Bank nel marzo 2023. Specializzata nel settore tecnologico, la banca è crollata a causa di una “corsa agli sportelli”, innescata dalla svalutazione dei suoi investimenti dopo l’aumento dei tassi d’interesse.
Anche il sistema bancario italiano ha dovuto affrontare diverse crisi, come quelle che hanno coinvolto alcune banche popolari e casse di risparmio tra il 2015 e il 2017. Questi episodi sono stati causati principalmente da gestioni inadeguate e crediti deteriorati. Gli interventi delle autorità di vigilanza sono stati necessari per prevenire il collasso e proteggere la stabilità del sistema finanziario.
Tribunale (Instagram) Sicilianews24
L’Istituto vuole fare importanti tagli
Dopo l’acquisizione di Credit Suisse, la banca svizzera UBS ha lanciato un piano di riorganizzazione per eliminare le sovrapposizioni e ridurre i costi. Questo piano prevede il taglio di circa 3.000 posti di lavoro in Svizzera, dal momento che il personale del gruppo aveva raggiunto i 120.000 dipendenti.
In Italia, il piano di riorganizzazione di UBS porterà al licenziamento di circa 180 dipendenti, quasi un terzo del totale. I tagli riguarderanno principalmente i settori di UBS Fiduciaria e UBS Europe SE, mentre le divisioni di front office, investment banking e corporate advisory non saranno toccate.
L’articolo Addio alla banca n.1, 3.000 famiglie rimaste senza un soldo: disperazione alle stelle sembra essere il primo su Sicilianews24.it.
Potrebbe anche piacerti

La cucina siciliana
25 Ottobre 2021
La caponata di melanzane siciliana
13 Gennaio 2022