Agenzia delle Entrate, “Chi ha una casa in affitto ci deve dare subito 12.000 euro”: non esistono esenzioni, pagate e basta
Come funziona la cedolare secca, aliquote, tasse e novità, Ecco cosa prevede il regime fiscale confermato per il 2025
Anche per il 2025 la cedolare secca resta una delle principali agevolazioni fiscali per chi affitta immobili a uso abitativo. La Legge di Bilancio ha confermato la presenza di tre diverse aliquote, calibrate in base alla tipologia di contratto e al tipo di locazione: il 21% per i contratti a canone libero, il 10% per quelli a canone concordato e il 26% per le locazioni brevi. Questo regime si configura come un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali, permettendo un notevole risparmio fiscale per chi rispetta i requisiti richiesti.
La cedolare secca consente ai proprietari di immobili di sostituire il pagamento dell’IRPEF con un’unica imposta calcolata sul canone di affitto percepito. Optando per questo regime, il locatore rinuncia agli aumenti del canone legati all’indice ISTAT, ma ottiene l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e di bollo. L’opzione può essere esercitata al momento della registrazione del contratto di locazione tramite il modello RLI, oppure al momento della proroga del contratto stesso.
Nel 2025 restano in vigore tre diverse aliquote. Quella ordinaria del 21% si applica ai contratti di locazione a canone libero, mentre l’aliquota ridotta del 10% interessa i contratti a canone concordato, pensati per incentivare l’offerta di alloggi a canoni più contenuti. È stata poi confermata l’aliquota del 26% per gli affitti brevi, destinata a chi concede in locazione più di un immobile per periodi inferiori ai 30 giorni. La misura mira a regolamentare un mercato in continua espansione, spesso legato alle piattaforme di intermediazione online.
Per comprendere meglio la logica di applicazione delle diverse aliquote, si può considerare il caso di un proprietario con sette immobili: quattro destinati ad affitti brevi e tre affittati a studenti con contratti a canone concordato. Il primo immobile adibito ad affitto breve sconta la cedolare del 21%, mentre gli altri tre rientrano nella tassazione del 26%. Gli appartamenti locati con contratti a canone concordato beneficiano invece della cedolare agevolata al 10%, mostrando come la struttura progressiva delle aliquote premi la locazione stabile e a prezzi calmierati.
Requisiti e vantaggi della cedolare secca
Possono optare per la cedolare secca le persone fisiche proprietarie di immobili destinati esclusivamente a uso abitativo, non riconducibili a un’attività d’impresa. Gli immobili devono appartenere alle categorie catastali da A1 a A11 e possono comprendere anche le relative pertinenze. Oltre alla semplificazione fiscale, la cedolare esonera dal pagamento di addizionali comunali e regionali, dell’imposta di registro e di quella di bollo, rendendo la gestione del contratto più snella e trasparente.
Il pagamento segue il calendario dell’IRPEF, con acconto e saldo. L’acconto deve essere versato in un’unica soluzione entro il 30 novembre se inferiore a 257,52 euro, oppure in due rate (giugno e novembre) se superiore. Il saldo, invece, si paga entro il 30 giugno dell’anno successivo. Per i versamenti si utilizza il modello F24 con i codici tributo 1840, 1841 e 1842. La corretta gestione delle scadenze è essenziale per evitare sanzioni e interessi.
Affitti e cedolare secca – fonte pexels – Sicilianews24.it
Sanzioni e controlli fiscali
Dal settembre 2024 è in vigore un nuovo regime sanzionatorio, confermato anche per il 2025. Le principali violazioni riguardano l’omessa indicazione dei canoni, la dichiarazione infedele e la mancata registrazione del contratto. Le sanzioni possono variare dal 45% al 140% dell’imposta dovuta, con importi minimi fissati dalla normativa. Si tratta di un inasprimento volto a garantire maggiore trasparenza e a contrastare l’evasione nel settore delle locazioni.
La convenienza della cedolare secca dipende dalla situazione specifica del contribuente. L’aliquota al 10% resta la più vantaggiosa, mentre quella al 21% va valutata in base al reddito complessivo e alle detrazioni perse. Inoltre, il reddito da locazione incide pienamente sull’ISEE e non consente deduzioni o detrazioni fiscali. Per questo motivo, prima di scegliere il regime della cedolare secca è consigliabile rivolgersi a un esperto fiscale in grado di valutare caso per caso la reale convenienza economica.
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