Strage di via D’Amelio, indagato Marcello Dell’Utri: la Procura di Caltanissetta verso l’archiviazione
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Strage di via D’Amelio, indagato Marcello Dell’Utri: la Procura di Caltanissetta verso l’archiviazione

L’ex senatore Marcello Dell’Utri è indagato dalla Procura di Caltanissetta per concorso nella strage di via D’Amelio, in cui il 19 luglio 1992 persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.
(Dell’Utri è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva, secondo il principio di presunzione di innocenza.)

Il fascicolo è stato aperto il 19 luglio 2022, esattamente trent’anni dopo l’attentato, su richiesta del procuratore Salvatore De Luca e dell’aggiunto Pasquale Pacifico, con il via libera del gip Santi Bologna. La notizia, riportata da Il Fatto Quotidiano, ha trovato conferma in ambienti giudiziari.

Nell’inchiesta era indagato, per lo stesso reato, anche Silvio Berlusconi, la cui posizione è stata archiviata dopo la sua morte, avvenuta nel giugno 2023.

Le ipotesi investigative

Secondo quanto trapelato, l’indagine ruotava intorno a una intervista rilasciata il 12 maggio 1992 da Paolo Borsellino a una televisione francese, nella quale il magistrato aveva accennato ai rapporti tra Vittorio Mangano e Marcello Dell’Utri.

Gli inquirenti avevano ipotizzato che quella intervista potesse aver rappresentato un possibile movente per l’accelerazione della strage di via D’Amelio, avvenuta 57 giorni dopo quella di Capaci. Tuttavia, tale ipotesi non avrebbe trovato riscontri concreti nel corso delle indagini.

Dallo scorso agosto 2024, i termini per l’attività d’indagine sono scaduti, e – secondo quanto si è appreso – la Procura nissena sarebbe orientata a chiedere l’archiviazione del fascicolo per mancanza di elementi utili a sostenere l’accusa.

I precedenti giudiziari

Dell’Utri e Berlusconi erano già stati indagati, in passato, come presunti “mandanti occulti” delle stragi di Capaci e via D’Amelio, ma la loro posizione era stata archiviata anche in quella circostanza.

Nel frattempo, la Corte di Cassazione ha reso definitivo il rigetto della richiesta di sorveglianza speciale e della confisca dei beni avanzate dalla Procura di Palermo nei confronti di Dell’Utri. La Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dalla procura generale, confermando le decisioni precedenti del Tribunale e della Corte d’appello, che avevano rigettato le istanze.

L’ex senatore, già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, era difeso dagli avvocati Francesco Centonze e Tullio Padovani. I familiari – la moglie e i tre figli – erano invece assistiti dall’avvocato Francesco Bertorotta.

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