Femminicidio a Gela, arrestato un 40enne di origini rumene
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Femminicidio a Gela, arrestato un 40enne di origini rumene

I Carabinieri di Gela hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 40 anni di origine rumena, indagato per l’omicidio di una donna connazionale di 64 anni. L’episodio risale al 17 settembre scorso e le indagini, coordinate dalla Procura di Gela, hanno evidenziato l’aggravante del fatto commesso nei confronti di una persona convivente o legata da relazione affettiva. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale locale.

Il ritrovamento della vittima

La donna è stata trovata senza vita all’interno della propria abitazione nel centro di Gela. Le prime informazioni, raccolte da testimonianze, sembravano escludere dinamiche violente alla base del decesso. La vittima, secondo quanto ricostruito inizialmente, era rientrata a casa poche ore prima in evidente stato di ebbrezza, chiedendo aiuto per deambulare, per poi coricarsi. Tuttavia, le ecchimosi diffuse sul corpo e i rilievi tecnici effettuati sulla scena del rinvenimento indicavano fin da subito circostanze molto più gravi.

I Carabinieri hanno subito concentrato l’attenzione sull’odierno arrestato, già noto per comportamenti violenti nei confronti della vittima. In passato, l’uomo aveva provocato lesioni personali alla donna, mai denunciate per paura di ritorsioni. Le successive attività investigative, tra cui l’esame accurato della scena del crimine e la raccolta di testimonianze, hanno confermato la responsabilità del 40enne e hanno delineato un quadro di violenza sistematica.

L’esame autoptico

L’autopsia, eseguita dal medico legale, ha chiarito le cause del decesso. La donna è morta a seguito di un “grave politrauma cranico-encefalico e toraco-addominale chiuso, condizionante insufficienza cardiaca”. Le lesioni, riconducibili a violenze meccaniche, sarebbero state causate da pugni, calci e urti della testa contro strutture rigide. Ulteriori compressioni sul torace e sull’addome indicano una violenza estrema, come descritta nel provvedimento cautelare.

Secondo la ricostruzione contenuta nell’ordinanza, l’aggressore avrebbe esercitato violenza anche sfruttando la posizione della vittima, sormontandola a cavalcioni per infliggere i colpi più gravi. Tale modalità evidenzia la brutalità dell’azione e la chiara volontà di sopraffazione. Gli elementi raccolti dai Carabinieri e corroborati dall’autopsia hanno permesso di confermare la responsabilità penale dell’uomo.

Profilo dell’indagato

Il 40enne arrestato presenta un profilo di indole violenta. Le precedenti condotte aggressive nei confronti della vittima, mai denunciate, rappresentano un quadro di pericolosità sociale e premeditazione nell’aggressione. La gravità dei fatti e il legame affettivo tra aggressore e vittima hanno determinato la decisione del gip di disporre la custodia cautelare in carcere.

Le investigazioni hanno fatto emergere una convergenza di elementi probatori: testimonianze, rilievi tecnici, segni di violenza sul corpo e referti medico-legali. Tutti questi fattori hanno reso possibile ricostruire l’accaduto in maniera dettagliata, dimostrando l’azione meccanica violenta e il nesso causale diretto tra le condotte dell’indagato e il decesso della donna.

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