
Siciliani, “Chi vive a Enna non paga più tasse”: quello che guadagnate lo intascate al 100% | Passata la ‘legge’ epocale
Enna e l’addizionale Irpef, una città che offre importanti vantaggi fiscali per i redditi bassi: ecco chi non paga
In Italia, il carico fiscale non è uniforme sul territorio nazionale. Le addizionali Irpef, comunali e regionali, variano da città a città e da regione a regione, creando situazioni molto differenti anche tra cittadini con lo stesso reddito. Questa disparità emerge chiaramente nelle analisi più recenti sul sistema fiscale locale, che evidenziano come chi vive in alcune grandi città paghi somme notevolmente superiori rispetto ad altre aree del Paese.
Enna si distingue per essere tra le poche città italiane in cui i cittadini a basso reddito beneficiano di una significativa agevolazione fiscale. Chi percepisce un reddito annuo di circa 20mila euro non è soggetto all’addizionale comunale, ma paga soltanto quella regionale. Questo permette agli ennensi di ridurre in modo concreto l’onere fiscale, a differenza di chi risiede in città come Roma o Napoli, dove l’addizionale complessiva può superare i 600 euro.
L’esenzione dall’addizionale comunale a Enna riguarda principalmente i redditi più bassi, mentre per quelli più elevati le aliquote comunali e regionali vengono applicate. Tuttavia, anche per i redditi più alti, il carico fiscale resta inferiore rispetto a molte altre città italiane. Questa differenziazione consente di garantire maggiore equità per i contribuenti meno abbienti senza compromettere del tutto le entrate locali necessarie al funzionamento dei servizi pubblici.
Il contrasto con le grandi metropoli italiane è evidente. A Roma, Napoli e Salerno i cittadini a basso reddito pagano addizionali Irpef che superano i 600 euro, mentre a Milano e in altre città del Nord l’onere è inferiore, ma comunque applicato. Enna rappresenta dunque un’eccezione positiva, grazie all’attenzione locale verso i contribuenti più fragili e alla scelta di esentare i redditi bassi dall’addizionale comunale.
Implicazioni sociali e fiscali
Secondo la UIL, le differenze territoriali nell’applicazione delle addizionali Irpef rischiano di amplificare le disuguaglianze sociali ed economiche. In questo contesto, la situazione di Enna offre un esempio concreto di come politiche fiscali mirate possano mitigare tali disparità. L’esenzione dall’addizionale comunale contribuisce a rafforzare la coesione sociale, alleggerendo il peso fiscale su famiglie e lavoratori a reddito medio-basso.
E’ evidente la necessità di una riforma della fiscalità locale che introduca criteri più equi e progressivi, con una particolare attenzione alla tutela delle persone fragili. In questo quadro, Enna mostra come alcune città possano anticipare queste linee guida, applicando politiche fiscali locali che favoriscono i contribuenti a basso reddito e garantiscono una maggiore equità territoriale.
Enna – fonte social – Sicilianews24.it
L’importanza dei servizi pubblici
È fondamentale che le agevolazioni fiscali siano accompagnate da un’adeguata qualità dei servizi pubblici. Per gli abitanti di Enna, l’esenzione dall’addizionale comunale rappresenta un vantaggio economico, ma deve essere supportata da investimenti in sanità, istruzione, trasporti e altri servizi essenziali, affinché il beneficio fiscale si traduca in un reale miglioramento della qualità della vita.
In definitiva, Enna si conferma come un esempio virtuoso nel panorama italiano, dove l’attenzione ai redditi bassi permette di ridurre il peso fiscale senza compromettere la sostenibilità delle finanze locali. La città dimostra come politiche fiscali mirate possano contribuire a una maggiore equità sociale, fungendo da modello per altre realtà del Paese che desiderano bilanciare entrate locali e giustizia fiscale.
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