Assegno di inclusione, “Chi non si è presentato qui entro il 03/10/2025 lo perde” | L’INPS ha deciso
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Assegno di inclusione, “Chi non si è presentato qui entro il 03/10/2025 lo perde” | L’INPS ha deciso

Ecco quando si rischia la sospensione o la perdita definitiva del beneficio, attenzione alle scadenze e alle modalità

Dal 25 maggio scorso sono iniziate a scadere le prime convocazioni per i beneficiari dell’Assegno di inclusione che avevano presentato domanda tra dicembre 2023 e gennaio 2024. L’incontro con i servizi sociali è obbligatorio per attivare il percorso personalizzato e firmare il Patto di inclusione. Chi non si presenta nei termini rischia conseguenze immediate: la sospensione o, nei casi più gravi, la decadenza definitiva dalla misura.

Con una nota del 28 marzo 2024, il Ministero del Lavoro ha chiarito che per le domande presentate fino al 29 febbraio 2024 i 120 giorni a disposizione per presentarsi al primo incontro con i servizi sociali non decorrono dalla firma digitale, come previsto dal decreto 48/2023, ma dal momento in cui l’INPS ha trasmesso i dati al Comune. Una precisazione necessaria, perché l’invio da parte dell’INPS è avvenuto in ritardo, causando difficoltà organizzative agli enti locali. Per le domande presentate dal 1° marzo, invece, resta valida la regola originaria: il conteggio parte dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale.

Il mancato rispetto della prima convocazione entro 120 giorni comporta la sospensione del beneficio economico. L’INPS ha ricordato che la sospensione può essere sbloccata soltanto dopo l’incontro con i servizi sociali. Anche nel caso in cui il Comune non abbia inviato alcuna convocazione, il beneficiario deve comunque recarsi spontaneamente presso i servizi sociali entro i termini. Una presentazione tardiva può determinare un blocco temporaneo dei pagamenti che verranno riattivati solo dopo la registrazione della presenza.

Diversa è la situazione in cui la convocazione da parte dei servizi sociali sia stata effettuata ma il nucleo familiare non si presenti senza giustificato motivo. In questo caso, non si tratta più di sospensione ma di perdita definitiva dell’Assegno di inclusione. La norma, contenuta nel decreto 48/2023, prevede infatti la decadenza automatica del diritto se il nucleo non rispetta una convocazione ufficiale. Questo rappresenta il rischio più alto per i beneficiari che ignorano gli obblighi previsti.

Gli obblighi successivi per i nuclei senza vincoli lavorativi

Il messaggio INPS ha chiarito che i nuclei non tenuti all’attivazione lavorativa devono comunque presentarsi ai servizi sociali ogni 90 giorni per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presenza scatta la sospensione dell’assegno fino al nuovo incontro. Restano esclusi da quest’obbligo i componenti con più di 60 anni, le persone con disabilità certificata e le donne vittime di violenza prese in carico dai centri antiviolenza, salvo che siano l’unico adulto del nucleo.

Per i componenti del nucleo familiare obbligati alla ricerca di un’occupazione la procedura è diversa. Dopo il primo appuntamento con i servizi sociali, devono presentarsi ogni 90 giorni ai Centri per l’impiego o alle agenzie per il lavoro per aggiornare la loro disponibilità. Anche in questo caso, la mancata presenza comporta la sospensione del beneficio, che potrà essere riattivato solo con la regolare adesione alle attività previste.

Inps – fonte social – Sicilianews24.it

Come verificare lo stato della domanda

Per monitorare la propria situazione i beneficiari possono accedere alla piattaforma SIISL, dove è presente un contatore che segnala i 120 giorni disponibili. Inoltre, sul sito dell’INPS è consultabile lo stato della domanda, che dal mese successivo alla scadenza riporta eventuali sospensioni con la motivazione specifica. I Comuni, tramite la piattaforma GEPI, hanno a disposizione gli elenchi con le scadenze di ciascun nucleo e possono convocare i cittadini in tempo utile per evitare sospensioni.

In sintesi, l’Assegno di inclusione può essere sospeso se il nucleo non si presenta al primo appuntamento nei tempi previsti o non aggiorna la propria posizione periodicamente. Può invece essere perso in via definitiva se non si risponde a una convocazione ufficiale senza fornire un valido motivo. I beneficiari devono quindi prestare massima attenzione alle scadenze, perché anche un ritardo può bloccare i pagamenti, mentre un’assenza ingiustificata mette fine al diritto al sostegno.

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