
TARI, “Siciliani pagate la tassa sulla tassa”: vi stanno spennando e non lo sapete | Pagate doppio
Sicilia, TARI alle stelle e fondi UE a rischio, i bandi per impianti e centri di raccolta sono andati quasi deserti
In Sicilia i cittadini pagano la TARI più alta d’Italia, ma rischiano di perdere 48 milioni di euro di fondi europei destinati a migliorare il sistema di gestione dei rifiuti. La combinazione di inefficienza burocratica e scontro politico sta generando un paradosso unico, dove il peso economico grava sulle famiglie senza che vi siano reali miglioramenti nei servizi di raccolta e smaltimento.
I fondi messi a disposizione dalla Regione Siciliana riguardano due progetti chiave: piccoli impianti di compostaggio locale e centri comunali di raccolta. Il bando da 15 milioni per gli impianti di quartiere è rimasto deserto, senza alcuna domanda entro la scadenza del 15 settembre. Anche il bando da 33 milioni per i centri di raccolta ha registrato un interesse minimo, con sole 13 domande presentate su centinaia di comuni siciliani.
Se i bandi non dovessero andare a buon fine, la Regione rischia di dover restituire all’Unione Europea l’intera somma, vanificando un’occasione storica per ridurre i costi della TARI e modernizzare il ciclo dei rifiuti. L’inerzia dei comuni e la complessità delle procedure burocratiche mettono a rischio interventi che avrebbero potuto avere un impatto concreto su cittadini e ambiente.
Il Partito Democratico punta il dito contro la Regione. Anthony Barbagallo, segretario regionale, sottolinea la necessità di una programmazione adeguata per supportare i comuni nella realizzazione degli impianti. I bandi, secondo il PD, risultano cervellotici e contribuiscono a perpetuare l’immagine di inefficienza della Regione Siciliana nella gestione dei fondi pubblici.
Ombre di favoritismi nella gestione dei bandi
Particolarmente controversa appare la possibile cancellazione del bando per i centri di raccolta, che metterebbe a rischio i comuni che hanno presentato regolare domanda. Barbagallo denuncia il rischio di favoritismi: eventuali riammessioni o proroghe potrebbero avvantaggiare comuni o progetti “preferiti”, alimentando una logica di figli e figliastri che avrebbe caratterizzato la gestione negli ultimi anni.
Sulla questione è intervenuto anche il deputato regionale Nello Dipasquale, che ha depositato un’interrogazione urgente all’Assemblea Regionale Siciliana. L’obiettivo è fare chiarezza sull’intera procedura, verificare eventuali anomalie e garantire che le risorse vengano effettivamente utilizzate per migliorare la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti.
Tari – fonte pexels – Sicilianews24.it
La TARI più cara d’Italia
Intanto, la situazione rimane difficile per i cittadini siciliani, costretti a sostenere una TARI tra le più alte del Paese. Il carico fiscale crescente non si traduce in servizi migliori: molti comuni non hanno ancora strutture moderne di compostaggio o centri di raccolta efficaci, generando frustrazione e malcontento tra la popolazione.
La vicenda mette in luce l’urgenza di una riforma nella gestione dei fondi e dei servizi ambientali. Senza una semplificazione delle procedure e un supporto reale ai comuni, il rischio è quello di continuare a pagare tasse elevate senza ottenere benefici concreti, perdendo al contempo risorse europee preziose per la modernizzazione del sistema dei rifiuti in Sicilia.
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