
“Mio figlio si sentiva solo” e parte il bonifico di 3mila euro: confermato il Bonus Bambini in Compagnia | Lo potete richiedere tutti
Soldi bonus (Pixabay) Sicilianews24
Buone notizie per migliaia di lavoratrici che hanno figli minorenni e possono sfruttare questa situazione. Cosa c’è da sapere.
La disparità di genere nel mondo del lavoro resta una questione complessa. Il tasso di occupazione maschile era al 72,04%, mentre quello femminile si fermava al 53,54%. Questo divario di oltre 18 punti percentuali dimostra come la creazione di nuovi posti di lavoro abbia favorito prevalentemente gli uomini.
Un altro aspetto critico è la precarietà. A fronte di una maggiore istruzione, le donne sono più spesso impiegate con contratti a tempo parziale e meno stabili. Quasi un terzo delle lavoratrici è occupato a part-time, che spesso è involontario e non scelto. Questa situazione, unita alle maggiori responsabilità di cura familiari, frammenta i loro percorsi professionali.
Sul fronte retributivo, il divario salariale tra uomini e donne è evidente. Secondo alcuni dati, a parità di mansione le donne guadagnano in media circa il 10% in meno. La situazione peggiora nelle posizioni dirigenziali, dove la differenza può raggiungere il 30%.
Queste disuguaglianze si riflettono anche a livello pensionistico, dove le donne ricevono assegni inferiori. Le cause sono complesse e vanno dalle minori opportunità di carriera alle interruzioni lavorative legate alla famiglia. Nonostante i progressi, il divario di genere nel mondo del lavoro italiano è ancora una realtà tangibile.
Mamme che smettono di lavorare
In Italia, la maternità rappresenta ancora un ostacolo significativo per la carriera femminile. Dopo la nascita di un figlio, quasi una donna su cinque (il 18-20%) esce dal mondo del lavoro. Questo fenomeno è particolarmente diffuso al Sud, dove le difficoltà di conciliazione tra famiglia e professione sono più accentuate.
Le madri che tentano di rientrare nel mondo del lavoro affrontano notevoli difficoltà, spesso trovando solo contratti precari o part-time non scelti. Le aziende, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, faticano a gestire l’assenza di una dipendente, e la mancanza di adeguati servizi di assistenza all’infanzia su tutto il territorio nazionale costringe molte donne a rinunciare alla propria professione.
Esonero contributivo per le mamme
Le madri lavoratrici con almeno tre figli (con il più piccolo ancora minorenne) e un contratto a tempo indeterminato possono beneficiare di un esonero contributivo totale IVS. L’agevolazione, in vigore fino al 31 dicembre 2026, garantisce un massimo di 3.000 euro all’anno, pari a circa 250 euro al mese. Questo beneficio si applica anche se il terzo figlio nasce o viene adottato nel 2025 o 2026.
La nuova Legge di Bilancio introduce anche un parziale esonero contributivo per le madri con almeno due figli, dipendenti o autonome, con un reddito imponibile fino a 40.000 euro annui. L’agevolazione si applica fino al decimo anno di età del figlio più piccolo. Per le madri di tre o più figli, la misura si estende fino al 2027.
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